Gli basta un’annusata per capire la provenienza geografica di un prodotto alimentare o il suo stato di conservazione. Il segugio portentoso è in realtà un naso elettronico, realizzato con materiale nanostrutturato. Che dopo una sperimentazione mondiale durata due anni è pronto a compiere il salto di qualità e a diventare sensibilissimo: “sono sufficienti pochissime molecole per avere un responso”, ha spiegato Paolo Milani del dipartimento di Fisica dell’Università di Milano che insieme al Cnr di Trento e Lecce è coinvolto in questo progetto alla Scuola Internazionale di Fisica dello Stato Solido del Centro “Ettore Majorana” di Erice. Più sensibile e più versatile dei prototipi finora studiati, l’ultimo modello ha superato tutti i test. “Il vero ostacolo è quello di integrare le nanotecnologie in sistemi di produzione di massa”, spiega Milani. In laboratorio il naso elettronico è stato costruito con biossido di titanio, un materiale inerte, biocompatibile, da anni in uso in implantologia medica. Questo materiale funge da sensore. Annusando le molecole, “il prototipo sente letteralmente l’odore della sostanza da esaminare”, va avanti il ricercatore. Fornendo così una lunga serie di informazioni utili: prima di tutto la provenienza geografica. Facciamo un esempio: l’olio di oliva. Le olive hanno aromi differenti : quelle toscane emanano un profumo diverso da quelle siciliane. Pertanto, anche l’olio, avrà un profumo diverso. “Bene, il naso elettronico nanostrutturato è capace di individuare questa differenza”, afferma Milani. Addirittura sembra essere in grado di fornire indicazioni ancora più dettagliate, distinguendo fra una zona e l’altra della stessa area geografica.Il prototipo è in grado di fornire altre, importanti, notizie sul prodotto in esame, a cominciare dall’eventuale presenza di sostanze nocive. E può stabilire se il pesce che compriamo è fresco oppure no, ma anche – se si tratta di prodotto surgelato – se è stato conservato bene, sempre alla stessa temperatura. Fornisce poi informazioni sullo stato di maturazione degli alimenti (frutta in particolare). “Si tratta, dunque, di un importante strumento di controllo per le Asl e i Nas dei carabinieri”, dice Milani, “ma anche un valido supporto per i produttori che possono assicurare ai consumatori la tracciabilità del prodotto e, quindi, il rispetto della filiera”. Lo stesso naso elettronico nanostrutturato può essere utilizzato dagli agricoltori che possono “verificare lo stato di stress della frutta che si trova ancora sull’albero”, spiega il ricercatore. In pratica, il prototipo, annusando la frutta, riesce a leggere alcuni parametri e informa, per esempio, se l’acqua e la concimazione sono stati sufficienti, suggerendo anche il periodo ottimale per la raccolta.Ora però è arrivato il momento in cui l’innovazione tecnologica deve essere trasferita su scala industriale: il problema non è solo quello dell’integrazione del materiale nanostrutturato con materiali macroscopici, ma anche quello dei costi. Per il momento, pertanto, è difficile attendersi una diffusione su larga scala del ritrovato tecnologico. Tuttavia potranno dotarsi dello strumento tutti gli organi preposti al controllo dei prodotti alimentari e alla tutela della salute pubblica.Intanto, la ricerca pensa già al passo successivo: inserire i micro-sensori nelle confezioni alimentari. L’obiettivo è quello di dotare le confezioni dei prodotti deperibili – dal latte ai sughi, dai salumi ai formaggi – di un bollino di garanzia che cambia di colore se il prodotto ha subito una qualche alterazione. “Ci stiamo lavorando”, assicura Milani. Le applicazioni, tuttavia, non si limitano soltanto al campo alimentare. La capacità dei sensori – che costituiscono il naso elettronico – di verificare l’eventuale presenza di sostanze nocive nei cibi, infatti, può essere impiegata per monitorare l’ambiente e per realizzare anche sistemi molto sensibili di allarme contro fughe di gas o eccessiva presenza di agenti inquinanti nell’atmosfera.
