Fulmini sincronizzati

Analizzando le registrazioni effettuate dallo Space Shuttle, un team di ricercatori dell’Open University di Israele ha confermato un fenomeno che gli astronauti sospettano già da alcuni decenni: la comparsa dei fulmini durante i temporali non è casuale ma è correlata nello spazio e nel tempo. Si concentrano, infatti, in alcune zone anche molto distanti fra loro. In generale, un lampo caduto in un punto precede di poco l’apparizione di un altro anche a distanza di centinaia di chilometri. La correlazione tra i fulmini era già stata osservata in precedenza, ma solo su brevi distanze. Lo studio, presentato al al meeting dell’American Geophysical Union, si è basato sulla teoria matematica delle reti, che analizza i fenomeni da un punto di vista delle relazioni che intercorrono fra di loro. Anche se la ricerca non dimostra che un fulmine sia in grado di scatenarne un altro su lunghe distanze, suggerisce che c’è una qualche connessione, ancora non chiara, fra di loro. I ricercatori azzardano la spiegazione che i lampi durante i temporali producono fasci di elettroni che viaggiano nell’alta atmosfera, piovono in punti distanti e danno origine a nuovi fulmini. Un’altra ipotesi, invece, sostiene che le onde elettromagnetiche provocate dai lampi possano rimbalzare sulla superficie terrestre provocando fulmini in altri luoghi.(gi.c.)

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