Fuorigioco, ecco perché i guardalinee sbagliano

Gli occhi saranno puntati anche su di loro questa sera, quindi i guardalinee a lavoro durante la semifinale Italia – Germania degli Europei 2012 non potranno permettersi errori. Purtroppo però segnalare un fuorigioco non è sempre semplice e fin troppo spesso la decisione dell’assistente arbitrale si rivela errata: basti pensare, tanto per citare un caso eclatante, alla Nazionale di calcio azzurra, cui fu annullato per fuorigioco un gol regolarissimo segnato contro la Corea del Nord durante i Mondiali del 2002

Gli scienziati della VU University Amsterdam si sono quindi chiesti come mai anche in competizioni importanti, dirette dai migliori arbitri del mondo, l’errore umano sia così frequente. I risultati della loro ricerca, pubblicati su Nature e presentati in occasione della 4a Conferenza Biennale sull’Economia e Psicologia del Calcio a Heidelberg, in Germania, scagionano i guardalinee: le loro sviste sarebbero inevitabili (i cosiddetti errori sistematici), perché dovute a un limite fisico della percezione visiva umana.

I ricercatori, coordinati da Raôul Oudejans, hanno condotto un esperimento in un campo di calcio, in cui tre guardalinee professionisti erano chiamati a valutare duecento potenziali posizioni di fuorigioco: gli errori sono stati ben quaranta.

In particolare, gli scienziati hanno classificato le decisioni sbagliate in due categorie: il cosiddetto flag error, cioè la segnalazione quando la posizione è regolare, e il non-flag error, nel caso opposto.

Analizzando i filmati dell’esperimento, poi, hanno notato come i guardalinee tendono a posizionarsi sempre circa un metro oltre l’ultimo difensore, cioè non perfettamente allineati rispetto alla posizione di sospetto fuorigioco. Questo è il punto cruciale: infatti, esaminando l’azione da quest’angolo visivo, le immagini che si formano sulla retina degli occhi dei guardalinee sono inevitabilmente affette da un errore prospettico. Come si vede dalla figura, se il difensore è interposto tra attaccante e assistente arbitrale, quest’ultimo crede di vedere una posizione irregolare anche se gli atleti sono in linea (flag error, FE); viceversa, quando l’attaccante si trova tra guardalinee e difensore, all’osservatore i giocatori sembrano essere allineati, e quindi sarà portato a non chiamare il fuorigioco (non-flag error, NFE).

L’ipotesi dei ricercatori è stata suffragata sia dall’esperimento che dall’analisi di duecento partite di cinque competizioni nazionali e dei Campionati del Mondo del 1998: “Gli errori commessi dai guardalinee nella valutazione del fuorigioco”, commenta Oudejans, “non dipendono dalla loro imperizia: sono anzi inevitabili, e derivano unicamente dai limiti della percezione sensoriale umana”. L’unico modo di evitare le sviste, dunque, sembra essere l’analisi esterna delle immagini riprese da un punto di osservazione adeguato, tecnica che comunque comporterebbe grandi difficoltà a causa della tempistica istantanea richiesta in valutazioni di questo tipo. Ai tifosi, allora, non resta che incrociare le dita.

Credit immagine: Nature / Oudejans

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