Gatti, seduciamoli con gli occhi

palpebre
Immagine di Annette Meyer via Pixabay

Socchiudere gli occhi, sbattere le ciglia: questa è la “messaggistica” per conquistare un gatto. Ed è un po’ come sorridergli. Il felino, infatti, fa spesso quello che gli inglesi chiamano “slow blink” (“battito delle palpebre lento”), soprattutto quando si sente a suo agio, fiducioso e sereno. In pratica, anche per lui è un po’ come un sorriso ed è una prova del suo benessere. La tecnica, forse già nota (intuitivamente) a chi ha a casa un pet, si dimostra efficace anche secondo la scienza. Uno studio condotto dalle Università del Sussex e di Portsmouth, infatti, ha mostrato che questo modo di ammiccare stimola l’interazione del gatto e consente di creare un legame con l’animale. I risultati sono pubblicati su Scientific Reports.

Come battere le palpebre

Il movimento è semplice e abbastanza rapido, seppure più lento di un semplice battito delle palpebre. L’azione consiste nello stringere gli occhi, come se volessimo sorridere, e poi riaprirli abbastanza rapidamente. L’ammiccamento permette di comunicare con il gatto che, riconoscendo il gesto, sarà più propenso ad avere fiducia in noi. Chi ha un gatto lo sa: quando chiude gli occhi in questo modo è rilassato.


Psicolinguistica: comunichiamo anche con le ciglia


Per provarlo gli scienziati hanno svolto due esperimenti coinvolgendo circa una ventina di gatti e i loro padroni. Nel primo esperimento hanno osservato che i gatti ammiccavano soprattutto dopo che il padrone aveva compiuto per primo questo movimento, imitandolo, un po’ come se rispondessero a un saluto.

Conquistare la fiducia del gatto

Nel secondo esperimento i gatti erano a contatto con i ricercatori e non più con i loro padroni. In questa nuova situazione gli autori hanno rilevato che gli animali prendevano maggiore confidenza solo dopo che lo sperimentatore aveva battuto le palpebre. In quel caso la probabilità che il gatto si avvicinasse alla mano tesa del ricercatore sconosciuto era più alta qualora ci fosse stata precedentemente l’interazione con il battito delle palpebre. Al contrario, i gatti rimanevano più diffidenti nel caso in cui il ricercatore manteneva un’espressione neutra, senza muoversi. Insomma, sbattere le palpebre potrebbe mettere a proprio agio i pet. E se vogliamo attirare l’attenzione e dare il via a un’interazione con il gatto, soprattutto se sconosciuto, possiamo provare a compiere questo semplice gesto rivolgendoci verso di lui.

Avere informazioni sulla salute del gatto

“Si tratta del primo studio che analizza sperimentalmente il ruolo dello slow blinking nella comunicazione gatto-essere umano”, ha spiegato Karen McComb della scuola di Psicologia all’Università del Sussex. “I nostri risultati potrebbero essere utilizzati anche per valutare il benessere dei gatti in varie situazioni, incluse le visite dal veterinario e nei rifugi”. Ammiccare, infatti, non è utile solo per interagire meglio con il gatto ma anche per capire se sta bene. Se durante un’osservazione prolungata l’animale non compie mai questo gesto questo elemento potrebbe segnalare qualcosa che non va a livello della salute o del benessere psicologico.

Come mai i gatti sbattono le palpebre?

Le ragioni alla base dell’ammiccamento non sono ancora del tutto chiare. E’ possibile che i gatti abbiano imparato a chiudere gli occhi in questo modo perché imitano i padroni e hanno capito che ottengono attenzione e dunque un maggiore riconoscimento. Un’altra ipotesi è che battere le palpebre sia utile per interrompere uno sguardo fisso, che per loro è difficile da sostenere perché percepito come potenzialmente minaccioso.

Riferimenti: Scientific Reports