Gechi, abili predatori anche senza coda

gechi
(Foto: Tate Lohmiller on Unsplash)

Sono praticamente ospiti di qualsiasi balcone. Non mancano storie di affezionati che li hanno ribattezzati con qualche nomignolo, così come purtroppo aneddoti di chi li ha sterminati. Suscitano sentimenti diversi, ma è innegabile che siano fondamentali nella catena alimentare: sia come prede, per esempio di uccelli e serpenti, che come predatori, di insetti. E loro, i gechi, predatori di successo lo rimangono anche nel caso in cui perdessero la coda.

Così raccontano due ricercatori della University of California di Riverside che hanno misurato, e filmato, i comportamenti predatori del geco variegato del Texas, Coleonyx variegatus, prima e dopo la perdita della coda (poche ore dopo e nel corso di due settimane). Il setting è stato tipicamente sperimentale, per cui quanto osservato vale solo in questo contesto, ma questo dice: complessivamente i gechi rimangono abili predatori anche senza coda, catturando con successo dei grilli con le stesse percentuali di successo con o senza appendice. Seppur un pochino più lenti e con pose generalmente più distese, spiegano gli autori.

In natura, con più spazio per le prede per sfuggire e ambienti ben più complessi è verosimile che le cose stiano diversamente. D’altronde è già stato dimostrato come la perdita della coda – che per i gechi può avvenire anche con un sistema di difesa noto come autotomia caudale, grazie a cui riescono a sfuggire ai predatori – modifichi le loro capacità di muoversi. Non sorprenderebbe se influenzasse anche quelle di predatori in natura, fuori dai laboratori. Pensate anche a questo la prossima volta davanti a un geco sul balcone.

I dettagli e le implicazioni del lavoro su Integrative and Comparative Biology.

Riferimenti: University of California di Riverside; Integrative and Comparative Biology

Credits immagine di copertina: Tate Lohmiller on Unsplash