L’industria chimica potrebbe sprecare meno energia se modificasse il processo attraverso il quale ricava materie prime dal gas naturale. Una tecnologia più efficiente di quella attuale esiste e si chiama Pox. È quanto afferma, in un articolo pubblicato sull’International Journal of Exergy, un gruppo di ricercatori che ha messo a punto un nuovo prototipo di reattore a ossidazione parziale.
Nel processo tradizionale che converte il gas naturale e le biomasse in sostanze di base per l’industria chimica quali l’acido acetico o l’ammoniaca, un passaggio chiave prevede la produzione di gas sintetico (un miscela di idrogeno e monossido di carbonio), che può a sua volta essere convertito in diesel sintetico. Tale passaggio, però, richiede molta energia, più di quanta ne rilasci.
Bogdan Albrech e colleghi, ricercatori in una industria privata, hanno messo a confronto il sistema produttivo tradizionale con altri due approcci, l’Autothermal Reforming (Atr) e il Pox (Partial oxidation), che impiega vapore e ossigeno puro. Il sistema tradizionale produce molto gas di sintesi, per contro però gli altri due sistemi impiegano minore energia, pur producendo una quantità leggermente inferiore di gas. Tuttavia, quello generato con il Pox ha pressione e temperatura molto alte, fino a dieci volte maggiori di quelle che si sviluppano in entrambi gli altri sistemi. Questo surplus energetico, sostengono i ricercatori, potrebbe alimentare una turbina a gas e generare energia da impiegare in altre fasi del processo di raffinazione.
(m.b.)
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