Categorie: Salute

Gli ogm? Peggio del nucleare

Mae-Wan Ho
Ingegneria genetica
DeriveApprodi, 2001
pp. 335, £40.000

Un’accusa senza mezzi termini a quanti – ricercatori, industriali e politici – sono coinvolti nell’avventura della genetica, dalla mappatura del genoma umano al trasferimento di geni fra specie animali e vegetali. La lancia nel suo ultimo libro Mae-Wan Ho, biologa e biochimica di origine asiatica che ha studiato e insegnato in Gran Bretagna e Stati Uniti, convinta che proprio la questione dell’ingegneria genetica sia il nodo politico, la zona calda del conflitto sociale, economico e geografico (nel senso di Nord-Sud) della nostra epoca. Non si tratta semplicisticamente di scienza cattiva, ma di cattiva scienza. Un erbaccia che attecchisce soprattutto nei giardini delle grandi multinazionali, attente a scovare le occasioni di massimo profitto. Facendo ondeggiare paurosamente le biotecnologie fra scienza e business, come recita il sottotitolo.

Il libro della Ho arriva in versione italiana solo ora nonostante sia del 1997. Sintomo del ritardo e del disinteresse che il dibattito sulla scienza raccoglie in Italia. Ma i temi trattati dalla biologa asiatica sono comunque di estrema attualità. Come la sua invettiva contro il determinismo genetico – credere cioè che ci sia un legame diretto fra uno o più geni e il prodotto della loro espressione, per esempio una malattia -, incapace di comprendere la complessità, l’interrelazione e la dimensione sistemica degli organismi. “La forma mentis del determinismo genetico porta ad ignorare, o interpretare erroneamente le evidenze scientifiche sulla pericolosità intrinseca dell’ingegneria genetica per la salute degli uomini, degli animali e per l’ambiente”. Quali sono le minacce intrinseche in questo modo di fare scienza? Prima fra tutte quella di trasferire geni tra specie che non si incrociano fra loro, sconfiggendo così i meccanismi di difesa cellulari. Soprattutto perché il trasferimento genetico orizzontale riguarda tutte le specie di animali, piante e funghi, e non solo i batteri. E poi i geni possono passare da una specie all’altra, soprattutto se trasportati da vettori di trasferimento geneticamente modificati; i ceppi di batteri e di virus con cui si fanno gli esperimenti in laboratorio una volta rilasciati nell’ambiente possono sia sopravvivere che moltiplicarsi. Ancora, il Dna è molto resistente: sopravvive alla bollitura e alla digestione, tanto per fare degli esempi. Uno scenario piuttosto catastrofico per un futuro pieno di insidie. Un pensiero che in molti potranno anche non condividere ma che rimane un valido apporto alla discussione che giorno dopo giorno si alza intorno a questi temi.

Federico Ferrazza

Giornalista, è nato nel 1978. E' coordinatore del sito Wired.it. Ha scritto di tecnologia, new media e scienza per alcune delle principali testate nazionali; tra queste: Galileo, La Repubblica, Il Sole 24 Ore, L’espresso, Il Venerdì di Repubblica, Wired Italia, XL, Il Corriere delle Comunicazioni, Sapere. Insegna new media e giornalismo on-line in alcuni master universitari. 

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