Grazie a proteine fluorescenti e un particolare microscopio, i ricercatori dell’Università di Calgary (Alberta) hanno scoperto come fanno alcuni “potenti” globuli bianchi, chiamati neutrofili, a trovare i tessuti danneggiati da una ferita o da una contusione anche quando non vi è infezione, e, soprattutto, ad evitare le cellule sane. Science pubblica i videoclip registrati con una telecamera collegata al microscopio, e lo studio rivela che il merito è di una sequenza di precisi segnali molecolari che indicano la strada.
I neutrofili sono dotati di potenti “armi molecolari” utili per combattere gli agenti patogeni. In situazioni di infiammazione sterile (cioè senza infezione), questi globuli bianchi vengono comunque reclutati nel sangue; senza corrette indicazioni, però, correrebbero il rischio di danneggiare le cellule sane, proprio a causa del loro armamentario molecolare.
Prendendo come modelli alcuni topi con infiammazione sterile al fegato, i ricercatori hanno marcato i neutrofili con delle proteine fluorescenti, per poi seguirne il percorso tramite un microscopio specializzato nel riprendere tessuti vivi e collegato a una videocamera. Sono stati così registrati alcuni video che mostrano il percorso delle cellule riparatrici verso il luogo dell’infiammazione. “Ciò che abbiamo visto – spiega Braedon McDonald, autore principale dello studio – è che i neutrofili reclutati in caso di infiammazione viaggiano rapidamente attraverso canali intravascolari, piuttosto che prendere una strada più diretta passando per i tessuti sani, dove potrebbero rischiare di causare danni”.
Grazie a questa tecnica, i ricercatori hanno identificato una sequenza precisa di segnali che indirizzano i neutrofili nel punto giusto. Il primo evento è la necrosi (o morte cellulare) che rilascia delle sostanze che allertano i neutrofili della presenza di un’infiammazione; questi si attivano e aderiscono al tessuto. Poi, un gradiente di chemochine (molecole specializzate nell’attrarre cellule del sistema immunitario) spinge i neutrofili a superare i tessuti sani e dirigersi alla fonte dell’infiammazione. Infine, parti di proteine rilasciate dai mitocondri di cellule morte guidano queste cellule nel punto di arrivo finale. Proprio questi ultimi, secondo gli autori, potrebbero essere usati come target per nuovi antinfiammatori.
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Riferimento: DOI: 10.1126/science.330.6002.394-b
Credit video: B. McDonald and P. Kubes
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