Grandi foto dal piccolo mondo

E’ stata scattata nei laboratori del Tallin Institute of Technology in Estonia la fotografia vincitrice del Nikon Small World Competition 2009, il concorso internazionale, giunto alla trentacinquesima edizione, che premia le venti immagini al microscopio più suggestive dell’anno (la galleria completa è visibile sul sito www.nikonsmallworld.com).

A conquistare la giuria, composta da scienziati, giornalisti e fotografi, questa volta è stato un coloratissimo dettaglio dell’Arabidopsis thaliana, arabetta comune, immortalato con un microscopio confocale a 20 ingrandimenti. Lo strumento, che ha valso ad Heiti Paves, autore dello scatto, 3.000 dollari in apparecchiature Nikon, permette di far convergere la luce di un laser dalle lenti dell’obbiettivo in un punto estremamente piccolo dell’oggetto osservato. In questo caso si trattava dell’antera, l’ organo sessuale maschile dell’Arabidopsis, una pianta abituata a stare “sotto i riflettori”, visto che per le dimensioni relativamente contenute del suo genoma (125 milioni di paia di nucleotidi, in soli cinque cromosomi) è la più studiata nei laboratori di scienze vegetali.

La tecnica scelta da Paves è solo una delle tante a cui i partecipanti si sono affidati per svelare i segreti di un mondo altrimenti invisibile: il secondo classificato, Gerd Guenther di Dusseldorf in Germania, ha optato per un’illuminazione a fondo scuro (darkfield) per ritrarre la sezione dello stame di un fiore, mentre Pedro Barrios Perez dell’Istituto di Scienze Microstrutturali di Ottawa in Canada, arrivato terzo, ha preferito la tecnica del brightfield (illuminazione a fondo chiaro) per cogliere il particolare ingrandito 200 volte di un materiale fotosensibile utilizzato nella fotolitografia. Il concorso infatti ammette ogni tipo di tecnica, dalla luce polarizzata alla fluorescenza, al contrasto di fase e qualunque tipo di microscopio ottico, non necessariamente Nikon, mentre sono esclusi i microscopi a scansione.

Massima libertà anche sulla scelta dell’ingrandimento. Così al sesto posto troviamo le squame del pesce fotografate da Havi Sarfaty di Israele, solo 20 volte più grandi della realtà, mentre il particolare del fiore Thunbergia alata di Shirley Owens del Michigan, al settimo posto, è stato amplificato di 450 volte. Sono bastate soltanto nove zoomate, invece, per far emergere dalla roccia magmatica olivina alias peridoto quell’affascinante puzzle di sfumature che ha valso il nono posto a Bernardo Cesare dell’Università di Padova, uno dei due italiani giunti tra i primi 20 (l’altro è Massimo Brizzi di Empoli al sedicesimo posto con “uova di lumaca”).

Originalità, contenuto, qualità tecniche e impatto visivo, sono i criteri che hanno guidato per trentacinque anni le scelte della giuria per le tre categorie previste: vincitori, menzione d’onore e segnalazione speciale . Gli stessi varranno anche per la prossima edizione che accoglierà le iscrizioni fino al 30 aprile 2010.  

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