Guardiamoci negli occhi

Gli occhi potrebbero rivelare il rischio di malattie cardiovascolari associate all’obesità. Uno studio comparso sull’International Journal of Obesity ha messo in relazione  i cambiamenti della struttura dei vasi sanguigni della retina con l’indice di massa corporea, il peso, l’area totale della superficie del corpo e la circonferenza del girovita. Secondo i ricercatori, guidati da Bronwen Taylor del Centre for Vision Research dell’Università di Sydney (Australia), questi cambiamenti potrebbero rappresentare i primi segnali dell’insorgenza di malattie cardiovascolari, come il diabete o l’ipertensione.

La ricerca è stata effettuata su un campione di circa 1.600 bambini australiani di sei anni. I dati sembrano dimostrare che gli individui con indice di massa corporea, peso e  superficie totale maggiori hanno anche le venule della retina più larghe. Un’altra associazione emersa è quella tra una maggiore circonferenza della vita e il restringimento delle arteriole. Per lo studio sono stati scelti i bambini perchè negli adulti il diametro dei vasi sanguigni può dipendere da vari problemi legati alla pressione sanguigna o da altre malattie. I risultati, comunque, cofermano studi precedenti condotti sugli adulti.
Il meccanismo per cui l’obesità causerebbe cambiamenti nella struttura vascolare non è chiaro. Si sa che i vasi si restringono e si allargano per  regolare la pressione del sangue: la dilatazione delle venule potrebbe essere funzionale al maggiore volume di sangue totale delle persone obese rispetto alle altre. Ma questo non spiega comunque il restringimento delle arteriole.

Saranno necessari ulteriori studi per comprendere se il cambiamento dei microvasi della retina associato all’obesità compaia realmente prima dello sviluppo di altri fattori di rischio cardiovascolare e possa davvero rappresentare uno dei primi indicatori. (t.m.)

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