Guida sul bagnato

Perché i pneumatici delle auto perdono attrito sull’asfalto bagnato? La domanda è meno banale di quanto sembri, e la risposta arriva da una ricerca pubblicata su Nature Materials a firma di studiosi tedeschi e italiani, tra cui due ricercatori della Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (Sissa) di Trieste. Quanto accade su asfalto molto bagnato e a velocità sostenute è, in realtà, cosa nota: la pressione del pneumatico non è abbastanza elevata da evacuare lo strato d’acqua presente sulla strada, che si trasforma così in una sorta di scivolo sul quale il veicolo perde aderenza, creando il fenomeno dell’aquaplaning. La novità della ricerca riguarda invece ciò che accade a basse velocità e quando c’è poca acqua sul manto stradale. “Ciò che si credeva è che a basse velocità la perdita d’attrito sul bagnato fosse dovuta a una riduzione dell’adesione del pneumatico all’asfalto, come se l’acqua fungesse da lubrificante. Questo è vero per l’olio, che essendo viscoso non può essere spremuto via, ma è un pregiudizio ingiustificato per l’acqua che lo è molto meno” dice Erio Tosatti, docente di Teoria e Fisica Computazionale degli Stati Condensati della Sissa. I ricercatori, hanno usato simulazioni al computer per comprendere la fisica di questo fenomeno. E hanno concluso che in queste condizioni l’acqua si raccoglie in tante minuscole pozzanghere di varie ampiezze, determinate dalla conformazione rugosa dell’asfalto su scala microscopica. In queste pozze il pneumatico fa da tappo, impedendo all’acqua di uscire, e fa sì che la buca diventi un piano scivoloso annullando l’attrito dell’asfalto. (m.zi.)

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