Categorie: Salute

Haiti, il colera viene dall’Asia

Il ceppo di colera che sta mettendo in ginocchio Haiti è arrivato dall’Asia. Lo ha scoperto un team di ricercatori guidati da Matthew Waldor della Harvard Medical School (Boston, Usa) che ha pubblicato i risultati del proprio studio sul New England Journal of Medicine.

Da quando sono stati segnalati i primi casi a metà ottobre, il colera ha fatto più di 2.000 vittime ad Haiti, e l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) prevede che l’epidemia possa durare più di un anno. Ciò che, fin dall’inizio, ha lasciato perplessi gli esperti è come abbia fatto questa malattia ad arrivare sulla piccola isola caraibica dopo più di un secolo di assenza. 

Per trovare una risposta a questo interrogativo, i ricercatori hanno isolato il ceppo specifico del batterio che sta provocando l’epidemia (Vibrio cholerae) e ne hanno sequenziato il genoma con una tecnologia di ultima generazione. In meno di quattro giorni, i tecnici  californiani hanno decodificato la sequenza genetica dell’agente patogeno, e hanno scoperto una notevole somiglianza con il Vibrio cholerae dell’Asia meridionale. La malattia non si è quindi originata dall’America Latina, come sostenuto da alcuni studiosi, ma è stata probabilmente portata ad Haiti da un viaggiatore proveniente dall’Estremo Oriente.

L’analisi bioinformatica ha permesso anche di caratterizzare il gene che produce la tossina responsabile dei sintomi della malattia, scoprendo che quello haitiano è un ceppo più aggressivo e virulento rispetto alla norma. La stessa analisi del Dna del batterio, però, ha rivelato una suscettibilità a particolari antibiotici, le tetracicline, che quindi potranno essere impiegati sull’isola per arginare l’epidemia.

Riferimenti: Nejm DOI: 10.1056/NEJMoa1012928

Moreno Colaiacovo

Dopo la laurea in Bioinformatica accede al dottorato in Sistemi Complessi in Medicina e Scienze della Vita, presso l'Università di Torino. Dalla sua passione per la genetica nasce il blog myGenomix che lo avvicina al mondo della divulgazione scientifica, dando il via a diverse collaborazioni tra cui quelle con Galileo, Wired, Tecn'è e il blog Estropico.

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