Haiyan, i numeri del disastro

Ha colpito oltre 9 milioni di persone, ha causato la morte di 10mila persone nell’isola di Leyte (dove la città di Tacloban è stata completamente devastata), e portato a migliaia di sfollati, secondo le ultime stime. Sono questi i numeri infausti – ancora da confermare – del super-tifone Haiyan, tra i più disastrosi che la storia ricordi, che dopo aver devastato le Filippine, ha di nuovo toccato terra arrivando nel nord del Vietnam, soffiando ancora con raffiche intorno ai 160 km orari e cominciando a causare anche qui, dove 600 mila sono le persone evacuate dalle regioni a rischio, le prime vittime, come riferisce la Bbc.

Nel frattempo il tifone ha perso gradualmente forza: classificato ora come tempesta tropicale, è destinato a diventare depressione tropicale nel momento in cui raggiungerà la Cina (21:00 GMT). Mentre il mondo segue con ansia l’evolversi della tempesta, i cui rischi nelle ore a seguire sono soprattutto legati alle abbondanti precipitazioni, a preoccupare al momento è soprattutto la devastazione lasciata da Haiyan nelle Filippine.

La Croce rossa parla di un “caos assoluto” nelle zone colpite, dove le persone al momento lottano alla ricerca di cibo, acqua potabile, ripari, e medicinali mentre si cominciano a liberare le strade per permettere l’arrivo dei soccorsi. Colpite e distrutte dal 70 all’80% delle strutture nelle province di Leyte e Samar, riferisce la Reuters, annientate dalla furia delle onde giganti (fino a 15 metri) e dai venti che soffiavano fino a 275 km orari. I corpi ancora da recuperare dispersi nelle strade, tra macerie, immondizia e sotto le calde temperature rappresentano ulteriori rischi per la salute.

Difficile, impossibile per ora contare su numeri certi del disastro: se le stime circolate nel week end parlano di 10000 morti, le ultime informazioni rilasciate dal National Disaster Risk Reduction and Management Council delle Filippine parlano di 255 morti accertate, con oltre 600 mila persone sfollate. Ma da Tacloban arrivano notizie di fosse comuni con 500 corpi, mentre nella provincia di Samar sono stati riferiti almeno 300 morti. Numerosi anche i siti che al momento non dispongono di energia elettrica, che contribuiscono a complicare le comunicazioni.

Nel frattempo la macchina degli aiuti umanitari si è messa al lavoro per venire in soccorso delle Filippine. Da subito al lavoro i soccorritori delle Nazioni Unite; La Commissione europea ha stanziato 3 milioni di euro; sette sono quelli promessi da David Cameron e altrettanti da Australia e Nuova Zelanda mentre gli Usa hanno messo a disposizione aerei militari e navi.

Via: Wired.it

Credits immagini: NASA/SSAI, Hal Pierce

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