Hubble fa il tagliando

Da oggi gli astronomi possono osservare nuove stelle in formazione, studiare come si formano i sistemi planetari, scoprire cosa si nasconde al centro delle galassie, e perfino raggiungere gli oggetti più vecchi e più distanti dell’Universo per riuscire, un giorno, a definirne età, dimensioni e futuro. Si è conclusa infatti con pieno successo la missione dello Shuttle Discovery, interamente dedicata all’aggiornamento della strumentazione dell’Hubble Space Telescope e a ordinari lavori di manutenzione, necessari per mantenerlo in piena efficienza fino alla prossima missione di servizio, prevista per il 1999. I nuovi strumenti installati sul telescopio spaziale ne aumenteranno enormemente le capacità osservative.

Progettato per operare nello spazio per oltre 15 anni, il telescopio spaziale è composto da diversi moduli, facilmente sostituibili e riparabili, che permettono un continuo aggiornamento degli strumenti, migliorandone le prestazioni. Lo scopo principale di questa missione dello Shuttle è stata l’installazione dello Space Telescope Imaging Spectrograph (Stis) e del Near Infrared Camera and Multi-Object Spectrometer (Nicmos), che hanno preso il posto di due strumenti dalle stesse caratteristiche ma ormai obsoleti.

Gli astronauti hanno inoltre aggiornato altre parti dell’Hst, dotandolo di nuovi nastri per la raccolta dei dati, più capienti dei precedenti, e di sistemi di guida e puntamento più precisi. Lo spettrografo Stis separa la luce ultravioletta e quella visibile (la luce ottica) nei loro colori fondamentali, fornendo agli scienziati informazioni altamente dettagliate su composizione, moto, temperatura e altre caratteristiche chimiche e fisiche di un oggetto. Lo Stis puo, raccogliere una mole enorme di dati in piu, rispetto al suo predecessore con lo stesso tempo di esposizione. Gli astronomi potranno puntare il telescopio a una stella e raccogliere tutti i dati necessari 30 volte più rapidamente che con lo spettrografo di prima generazione, e potranno ricavare contemporaneamente più di 500 spettri di stelle nelle regioni centrali delle galassie, dati necessari per la ricerca di buchi neri.

Il secondo strumento, lo spettrometro Nicmos, studierà l’Universo attraverso la luce infrarossa, con una capacità di raccolta della luce e con un dettaglio superiori a qualsiasi altro telescopio esistente. La radiazione infrarossa, contrariamente a quanto succede per quella emessa nell’ottico, ha il vantaggio di non essere assorbita o deviata dalle nubi di gas e polveri che si trovano abbondanti in tutto l’Universo. Di conseguenza, osservandone l’emissione, gli astronomi potranno vedere cosa si trova dentro le nubi di gas, scoprire nuovi sistemi planetari o stabilire cosa si nasconde nel nucleo delle galassie.

Gli astronauti dell’equipaggio del Discovery hanno iniziato l’addestramento per questo viaggio di lavoro, due anni fa, preparandosi ad ogni evenienza ed imprevisto. L’Hubble Space Telescope, infatti, trovandosi nello spazio, è soggetto al bombardamento continuo di raggi cosmici e micrometeoriti che possono danneggiarlo, come puntualmente si è verificato. Questo ha costretto gli astronauti ad una passeggiata imprevista, resa necessaria dai danni che, a lungo andare, avrebbero reso inutilizzabile il telescopio.

Il telescopio spaziale, nato da una collaborazione Nasa -Esa (l’Agenzia Spaziale Europea), ha rivoluzionato la visione dell’Universo più di qualsiasi altro telescopio. Nei primi sei anni di servizio, l’Hst ha ottenuto risultati talmente strabilianti da convincere l’agenzia americana ad investire sempre più nel suo miglioramento. Tenetelo d’occhio: l’avventura è appena cominciata.

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