Dal 1978, anno in cui è nata Louise Brown, la prima “bambina in provetta”, il numero totale di interventi di procreazione assistita portati a termine con successo è arrivato a circa 4,6 milioni. Sono i dati presentati al XXVIII congresso annuale dell‘Eshre (European Society of Human Reproduction and Embryology) in corso a Istanbul, in Turchia. Secondo le stime dell’Icmart (International Committee for Monitoring Assisted Reproductive Technologies), questo numero salirà a cinque milioni entro la fine dell’anno. Per l’analisi sono stati considerati i trattamenti di Fivet (Fecondazione In Vitro ed Embryo Transfer) e Icsi (iniezione intracitoplasmatica degli spermatozoi); in entrambi i casi, il tasso di successo di gravidanza è attualmente stabile intorno al 32 per cento per embrione impiantato.
La procreazione medicalmente assistita (Pma) è diventata ormai il trattamento standard dell’infertilità. Secondo i dati riportati a Istanbul, infatti, ogni anno si effettuano 1,5 milioni di cicli di fecondazione assistita con circa 350.000 gravidanze portate a termine. Sebbene Giappone e Stati Uniti siano i due paesi in cui si ricorre di più a questo tipo di intervento, l’Europa nel complesso rappresenta l’area con il numero più elevato di bambini nati grazie alle tecniche della Pma. E la domanda continua a crescere: si è passati da 532.260 richieste di trattamento del 2008 alle 537.287 del 2009.
Secondo Anna Pia Ferraretti, direttrice della commissione di monitoraggio dell’Eshre, in Europa la media di interventi effettuati è di circa mille cicli di Pma per milione di abitanti, mentre la richiesta si aggira sui 1.500 cicli/milione di abitanti. Non tutte le nazioni europee sono in grado di far fronte a questa domanda, a eccezione di Danimarca, Belgio, Repubblica Ceca, Slovenia e dei paesi nordici. L’Italia, invece, rimane tra i paesi con la disponibilità più bassa, con un’offerta di appena 863 cicli/milione di abitanti, insieme a Germania (830) e Gran Bretagna (879).
Una nota positiva emersa dal congresso, sottolinea Ferraretti, è stata la riduzione delle gravidanze multiple dovute al trasferimento nell’utero di più embrioni contemporaneamente. Questo rappresenta uno dei problemi maggiori associati alla Pma. Negli ultimi anni, però, la tendenza in Europa è stata quella di impiantare singoli embrioni, di conseguenza la frequenza dei parti multipli si è notevolmente abbassata. Le ultime statistiche riportano una frequenza di parti trigemini inferiore all’1 per cento e inferiore al 20 per cento per quelli gemellari.
“La Pma è stata estremamente efficace nel trattare i problemi di infertilità di milioni di famiglie che non potevano avere figli”, afferma Anna Veiga, direttrice dell’Eshre: “I risultati hanno di gran lunga superato le attese, con milioni di bambini nati negli ultimi 20 anni. Il nostro obiettivo – conclude Veiga – è ora quello di migliorare ulteriormente i risultati, per garantire la possibilità di avere figli a tutte le coppie con problemi di sterilità”.
Riferimento: “The world’s number of IVF and ICSI babies has now reached a calculated total of 5 million“, XXVIII congresso annuale dell’European Society of Human Reproduction and Embryolog (Eshre
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