I diritti del paziente, solo sulla carta

Tempi di attesa troppo lunghi, poca considerazione della libertà di scelta, difficoltà di accesso alle cure. Per i cittadini europei quasi un diritto su due fra quelli sanciti dalla Carta europea dei diritti del malato non è rispettato. A cinque anni dalla promozione della Carta per opera di Active citizenship network, il programma europeo di Cittadinanzattiva, viene presentato un rapporto che ne analizza la reale attuazione. Ne emerge un quadro preoccupante, dove la scarsa attenzione verso i diritti del malato appare un male diffuso in tutti i Paesi monitorati, con Italia, Spagna e Grecia in coda alla classifica. La situazione migliore si ha in Belgio e Paesi Bassi, seguiti da Danimarca, Francia e Germania.

L’inchiesta qualitativa e quantitativa è stata condotta dalle organizzazioni civiche di 14 stati membri dell’Ue (Austria, Danimarca, Finlandia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Olanda, Portogallo, Spagna, Svezia e Gran Bretagna). I risultati mettono in crisi il “modello sociale europeo”, basato sul principio di accesso universale ai servizi sanitari. In tutti i paesi, invece, ci sono gruppi di persone che non godono della copertura nazionale o incontrano ostacoli nell’accedere a cure adeguate. Si registrano casi di migrazione forzata in altri paesi per ricevere assistenza sanitaria in Danimarca, Grecia e Portogallo e situazioni di mancanza di servizi sanitari per pazienti con malattie rare in Germania, Irlanda, Portogallo e Gran Bretagna.

Altro diritto fortemente trascurato riguarda la libera scelta sulla struttura dove essere curato e il medico al quale affidarsi. Ma è il tempo, fra tutti, il diritto meno rispettato: lunghi tempi di attesa, ritardi negli esami e nei trattamenti, poca attenzione alle terapie del dolore. La maglia nera per i tempi di attesa va all’Italia. Per avere un’idea, nel nostro per la sostituzione di una protesi dell’anca si può aspettare anche un anno, per un bypass coronarico circa 4 mesi, mentre in paesi come l’Irlanda queste operazioni vengono effettuate immediatamente o al massimo dopo 60 giorni. (da.c.)

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