Categorie: Ambiente

I pesci non sono poi così smemorati

“Soffro di perdita di memoria a breve termine… dimentico le cose all’istante!”, si lamenta Dory, lo smemorato pesce chirurgo del film “Alla ricerca di Nemo”. Secondo una diffusa credenza popolare in effetti, la memoria dei pesci sarebbe estremamente labile, e i loro ricordi durerebbero solo pochi secondi. Da una ricerca della Canadese MacEwans University, presentata recentemente a Manchester durante l’incontro annuale della Society for Experimental Biology, emerge invece che i pesci sono in grado ricordare le esperienze passate anche per 12 giorni.

Lo studio è stato condotto sui ciclidi africani (Labidochromis caeruleus), una comune specie da acquario, in seguito a numerose segnalazioni di comportamenti complessi manifestati da questi pesci. I ciclidi sono stati inseriti in una vasca e addestrati per tre giorni: ogni volta che raggiungevano una determinata area ricevevano del cibo come ricompensa. Tenuti a riposo e introdotti nuovamente nell’acquario dopo 12 giorni, hanno mostrato una chiara preferenza per la zona dove erano stati alimentati in precedenza. Gli esperimenti dei ricercatori canadesi hanno dimostrato inoltre che i ciclidi sono in grado di modificare queste preferenze indotte, apprendendo nuove associazioni tra il cibo e una differente localizzazione spaziale.

“I pesci che ricordano dove si trova il cibo hanno un vantaggio evolutivo rispetto a quelli che non hanno questa capacità”, afferma Trevor Hamilton, ricercatore del Dipartimento di Psicologia della MacEwan University e primo autore dello studio. Secondo lo scienziato una scarsa disponibilità alimentare potrebbe aver favorito le specie con una memoria spaziale migliore, in grado di ricordare la posizione delle fonti di cibo per diversi giorni.

L’intelligenza dei pesci comunque non si studia solo in Canada. È appena di un anno fa infatti la scoperta di un team di ricercatori della Keyo University di Tokyo sui pesci rossi, in grado di distinguere Bach da Stravinsky. Gli scienziati canadesi ora intendono portare avanti la ricerca sui ciclidi, studiando l’influenza degli stimoli ambientali e delle droghe sulla loro capacità di memoria.

Credits immagine: Scott Kinmartin/Flickr

Giulia Carosi

Dopo una laurea in Psicologia conseguita alla Sapienza Università di Roma abbandona l’idea di fare la ricercatrice per studiare un po’ di tutto e non tutto su poco. Si iscrive al Master in Comunicazione della Scienza della Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati di Trieste per imparare a raccontarlo.

 

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