I voli segreti della Cia

Dopo l’11 settembre 2001, la Cia si è servita di compagnie aeree private e di facciata per mantenere la segretezza sui trasferimenti di prigionieri. Almeno un migliaio di voli, molti dei quali passati nello spazio aereo europeo e tutti direttamente legati ai servizi segreti statunitensi, sono stati effettuati per prendere in consegna all’estero un terrorista, vero o presunto tale, e trasportarlo in un paese dove sottoporlo a tortura e pressioni psicologiche, eludendo così ogni supervisione giudiziaria o amministrativa. La denuncia di Amnesty International è contenuta nel rapporto “Al di sotto del radar: voli segreti, destinazione tortura e sparizioni”. L’organizzazione per i diritti umani elenca decine di località di decollo e di scalo, e fornisce i nomi delle compagnie autorizzate ad atterrare nelle basi militari Usa in tutto il mondo. Anche l’Italia si è prestata a questo traffico illegale di prigionieri. In 5 anni, 11 voli Cia hanno fatto scalo nei nostri aeroporti: due a Pisa, otto a Roma e uno ad Aviano. Secondo Amnesty, sia gli Stati che tollerano l’atterraggio di questi voli sul proprio territorio sia le compagnie che li effettuano si rendono complici di gravi violazioni dei diritti umani. La segretezza delle operazioni di trasferimento rende impossibile sapere quante prigionieri siano stati vittima di queste pratiche durante la “guerra al terrore”, ma si suppone che siano stati centinaia. Amnesty chiede che il trasferimento di ogni detenuto da un paese all’altro avvenga rispettando le garanzie del diritto internazionale, che sia consentito esclusivamente l’uso di aerei ufficiali, e che si indaghi per stabilire la reale dimensione di queste pratiche e accertare il destino dei prigionieri detenuti in località sconosciute. (t.m.)

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here