IgNobel 2021: trionfo dell’Italia

IgNobel

Anche quest’anno, la pandemia ha stravolto la tradizionale cerimonia di assegnazione degli IgNobel, i premi per la scienza “pazza”, bizzarra, che ‘prima fa ridere e poi dà da pensare’, assegnati ogni anno dall’Annals of Improbable Research, in anticipo di circa un mese rispetto ai premi Nobel. L’edizione online della cerimonia, che tradizionalmente si svolgeva nel Sanders Theatre della Harvard University, ha comunque tenuto alta la fama dell’evento, sia per i toni della cerimonia sia per i contenuti degli studi premiati. Molti recentissimi, altri ripescati da anni anche lontani, dimostrando che si è sempre in tempo per vincere un IgNobel, come piace ricordare anche a Marc Abrahams, editor della rivista e mattatore dell’evento. Chi si porta a casa il riconoscimento però quest’anno? Ecco, categoria per categoria, i vincitori della pazza scienza (e sì, anche quest’anno ci sono degli italiani).

Biologia

Tutte le declinazioni di un ‘miao’. Ad aggiudicarsi il premio per la sezione di biologia, che va dritto alla Svezia, è Susanne Schötz, autrice di diversi studi sul modo di comunicare felino e dell’interpretazione da parte umana (qui, qui, qui, qui e qui quelle ricordate dagli organizzatori degli IgNobel). La motivazione ufficiale del riconoscimento abbastanza eloquente è “per avere analizzato variazioni nel modo di fare le fusa, cinguettare, chiacchierare, canticchiare, trillare, mormorare, miagolare, brontolare, squittire, sibilare, ululare, gemere, ringhiare e altri modi di comunicazione uomo-gatto”.

Ecologia

Prima di dire “ma perché?” aspettate di conoscere le implicazioni dello studio sulle gomme da masticare sputate e appiccicate in giro per il mondo che ha permesso a Spagna e Iran di aggiudicarsi il premio per la sezione ecologia. La motivazione infatti con cui Leila Satari, Alba Guillén, Àngela Vidal-Verdú, e Manuel Porcar hanno vinto è questa: “Per avere utilizzato le analisi genetiche per identificare le differenti specie di batteri che si trovano nei mucchi di gomme da masticare appiccicate ai marciapiedi di diversi paesi”. Capire quali batteri ci siano all’inizio, e come si evolvano una volta che le gomme vengono sputate a terra, potrebbe essere utile infatti in ambito forense o negli studi per il controllo delle malattie spiegano gli autori. Ma anche per mettere a punto eventuali strategie di bonifica ambientale per liberarsi delle gomme stesse…

Chimica

La chimica premia il cinema, curioso a dirsi. Eppure è così. Il riconoscimento internazionale per Jörg Wicker, Nicolas Krauter, Bettina Derstroff, Christof Stönner, Efstratios Bourtsoukidis, Achim Edtbauer, Jochen Wulf, Thomas Klüpfel, Stefan Kramer e Jonathan Williams è infatti per avere “analizzato chimicamente l’aria all’interno delle sale cinematografiche, per capire se gli odori prodotti dal pubblico possono segnalare in maniera affidabile i livelli di violenza, contenuti sessuali espliciti, comportamento antisociale, uso di droghe e linguaggio volgare nel film proiettato”. Il principio, sostengono gli autori, è infatti che le emozioni lascino segno anche a livello di sostanze volatili emesse dalle persone (per approfondire qui e qui).

Economia

Per la sezione economia quest’anno vince Pavlo Blavatskyy, per “aver scoperto che l’obesità dei politici di un paese può essere un buon indicatore della corruzione locale”. C’è una correlazione infatti tra indice di massa corporea (stimato dalle foto di alcuni ministri di stati post-sovietici) e misure di corruzione, scrive Blavatskyy su Economic of Transition and Institutional Change.

Medicina

C’è spazio anche per scoperte di interesse pratico, verrebbe da dire leggendo i premiati per la sezione medicina. Olcay Cem Bulut, Dare Oladokun, Burkard Lippert, e Ralph Hohenberger si sono infatti chiesti se il sesso possa migliorare la funzione nasale. E le conclusioni dello studio parlano chiaro: “Un rapporto sessuale con climax può migliorare la respirazione nasale nella stessa misura dell’applicazione di un decongestionante nasale per un massimo di 60 minuti in pazienti con ostruzione nasale”. Buono a sapersi.

Pace

Ethan Beseris, Steven Naleway, e David Carrier vincono per gli Stati Uniti nella sezione pace “per aver testato l’ipotesi che gli esseri umani abbiano iniziato a farsi crescere la barba per proteggersi dai pugni in faccia”. L’ipotesi di partenza? Un tratto così mascolino potrebbe aver giocato un ruolo nella competizione tra maschi, si legge nel paper oggetto del premio e le prove sperimentali (su analoghi di ossa e peli, ma non umani) sostengono l’ipotesi per cui sì, la barba potrebbe proteggere zone vulnerabili.

Fisica e cinetica

Veniamo al premio italiano. Quest’anno, dopo aver trionfato lo scorso anno nella sezione di economia (con strane relazioni tra baci e reddito) e l’anno prima in quello di medicina grazie alla pizza portiamo a casa il riconoscimento per la sezione fisica e cinetica, dividendolo con Giappone, Svizzera e Olanda. Tema centrale di entrambi i premi i pedoni e le loro dinamiche. Le motivazioni ufficiali in un caso (fisica) sono queste: “Per aver condotto esperimenti per capire perché i pedoni non si scontrano costantemente con altri pedoni”. Premiati: Alessandro Corbetta, Jasper Meeusen, Chung-min Lee, Roberto Benzi e Federico Toschi.

Nell’altro caso (cinetica) la motivazione è simmetrica e contraria. Hisashi Murakami, Claudio Feliciani, Yuta Nishiyama, e Katsuhiro Nishinari, vincono infatti per “aver condotto esperimenti per capire perché i pedoni a volte si scontrano con altri pedoni”. Curiosi di capire meglio cosa si nascondesse in realtà dietro queste motivazioni bizzarre (in pieno stile IgNobel: prima ridere poi riflettere) abbiamo contattato i vincitori italiani. Ecco cosa ci hanno raccontato.

“Lavoriamo da molti anni per cercare di capire se è possibile descrivere quantitativamente la dinamica di persone che si trovano in varie situazioni, sia quando sono sole che all’interno di folle, in cui per esempio i movimenti sono tesi a evitare gli altri”, racconta a Wired Federico Toschi della Eindhoven University of Technology: “Le persone come gli atomi si muovono e possono collidere, non diversamente da quanto accade nei fluidi. E quello che abbiamo osservato è che, almeno dal punto di vista statistico, la dinamica del singolo è riproducibile”.

Ovvero, precisa Alessandro Corbetta sempre della Eindhoven University of Technology, è possibile, osservando una persona per un numero preciso di volte avere delle proprietà statistiche definite, che ne rendono la dinamica prevedibile. “Quello che abbiamo osservato è che ci sono espressioni matematiche riproducibili per descrivere la dinamica delle persone in diverse situazioni, e che sono influenzate da diversi fattori”. Tanto relativi a situazioni (come un treno che sta per partire) che culturali e geometrici per esempio, aggiunge Toschi, come l’altezza delle persone. “Comprendere come camminiamo può avere numerosi risvolti pratici: per esempio può aiutare a progettare meglio le infrastrutture in termini di sicurezza, ma anche per rendere l’esperienza personale più piacevole, per esempio nelle stazioni, nelle metro, nei treni o nei musei. Questo è utile tanto per prevedere il comportamento di un sistema, quello delle persone, che per influenzarlo, per esempio tramite l’uso di monitor”.

“Siamo sorpresi e contenti di aver ricevuto questo premio – conclude Corbetta – e pensiamo che possa aiutare a far crescere l’attenzione sui temi di cui ci occupiamo, anche fuori dalla comunità scientifica”. Per chi volesse approfondire il paper onorato dell’IgNobel è questo.

Dal Giappone invece risponde Claudio Feliciani, autore del paper vincitore per la cinetica, pubblicato da poco su Science Advances, in cui insieme ad alcuni colleghi ha osservato la capacità di auto-organizzarsi dei pedoni a livello collettivo, in presenza o meno di distrazioni, quale può essere quella di un telefonino. “Ci occupiamo del flusso bidirezionale di pedoni, ovvero di due gruppi di persone che camminano in direzione opposta. Studiamo cosa contribuisce alla formazione di file o code quando la gente cammina in un corridoio o scatta dal verde in un affollato passaggio pedonale e quale elemento fa invece in modo che una tale organizzazione venga a mancare”, racconta Feliciani.

E aggiunge: “Quello che abbiamo scoperto è che un elemento essenziale per fare in modo che la folla nell’insieme si muova in modo fluido è una forma di comunicazione implicita e soprattutto mutuale. In pratica è importante che due persone che sono ‘in rotta di collisione’ anticipino la posizione della controparte per evitare di scontrarsi ma, ugualmente importante, che allo stesso tempo comunichino le proprie intenzioni. Quando anche solo un piccolo numero di individui è distratto e questa mutua comunicazione viene a mancare le dinamiche di gruppo si interrompono e non basta una maggiore attenzione dei non-distratti per compensare la mancanza”.

Questa capacità mutuale di comunicare, come la chiama Feliciani, è necessaria per garantire un movimento fluido all’interno delle folle, e tornerà di certo utile per esempio nello sviluppo di robot o di auto a guida autonoma, ricorda. Ma il senso della ricerca è anche meno pratico, come piace ricordare al ricercatore: “Da un lato più filosofico ma anche umano e quasi ‘spirituale’ abbiamo dimostrato l’importanza della comunicazione reciproca. Come a Nishiyama piace spesso dire, è possibile che il nostro esperimento abbia funzionato bene in Giappone perché la gente è abituata a comunicare in maniera non-verbale ed esiste il modo di dire ‘leggere l’aria’ per intendere la capacità – che ci si aspetta da ogni giapponese – di leggere i pensieri degli altri,o perlomeno l’umore. È possibile che se lo stesso esperimento fosse stato fatto in Italia le file sarebbero state meno chiare o avremmo visto la gente gesticolare in modo vistoso”.

Entomologia

Viene ripescato – ed è proprio il caso di dirlo – dagli anni Settanta il premio che vince nella sezione entomologia. Va a John Mulrennan, Jr., Roger Grothaus, Charles Hammond, e Jay Lamdin, per il paper di quarant’anni fa intitolato: “Un nuovo metodo di controllo degli scarafaggi nei sottomarini”. Lo scarafaggio in questione? Blattella germanica, alle prove di due diversi insetticidi. Ignoto il colore dei sottomarini.

Trasporti

Premio internazionale per Robin Radcliffe, Mark Jago, Peter Morkel, Estelle Morkel, Pierre du Preez, Piet Beytell, Birgit Kotting, Bakker Manuel, Jan Hendrik du Preez, Michele Miller, Julia Felippe, Stephen Parry, e Robin Gleed, per essersi impegnati a “capire sperimentalmente se è più sicuro trasportare un rinoceronte in volo capovolto”. Il riferimento è a uno studio relativo alle pratiche di trasporto dei rinoceronti, in particolare volto a capire se nella postura capovolta, appesi per i piedi, usata nel trasporto di animali, la funzione respiratoria dell’animale possa essere compromessa.

Via: Wired.it

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