Il cancro uccide di più al Sud

Sono circa 1.000 i nuovi casi di tumore diagnosticati in Italia ogni giorno: in totale saranno 364.000 nel 2012, 4.000 in più rispetto all’anno precedente, ma le percentuali di guarigione stanno migliorando. È quanto emerge dall’indagine contenuta nel volume “I numeri del cancro in Italia 2012”, realizzato dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom), in collaborazione con l’Associazione Italiana Registri Tumori (Airtum), nell’ambito di un progetto che raccoglie con cadenza annuale le statistiche sulla diffusione delle neoplasie nel nostro paese. Il libro è stato presentato oggi all’auditorium del Ministero della Salute.

“La possibilità di disporre finalmente di dati epidemiologici relativi all’anno in corso è essenziale per impostare azioni di politica sanitaria”, ha affermato il ministro Renato Balduzzi, intervenuto durante la presentazione. “L’oncologia italiana, per qualità delle terapie e impegno nella prevenzione, si conferma tra le prime al mondo, come confermato dalle alte percentuali di guarigione”.

Stando ai dati di quest’anno, il tumore del colon-retto è il più frequente, con oltre 50.000 nuove diagnosi, seguito da quello della mammella (46.000), del polmone (38.000) e della prostata (36.000). Dall’indagine emerge che i tumori in Italia rappresentano oggi la seconda causa di morte dopo le malattie cardiovascolari, con 175.000 decessi stimati per il 2012. Il big killer tra gli uomini è il cancro del polmone (27 per cento dei decessi), tra le donne quello del seno (16 per cento), con una sopravvivenza che negli ultimi 15 anni è però aumentata complessivamente di oltre il 50 per cento.

“La sopravvivenza”, spiega Stefano Ferretti, segretario dell’Airtum, “è uno dei principali indicatori che permette di valutare l’efficacia del sistema sanitario. In questo senso esistono ancora differenze nelle percentuali di guarigione tra le regioni settentrionali e quelle del Sud, a sfavore di queste ultime”. Il dato sulla sopravvivenza è però controbilanciato dall’incidenza delle patologie, che al Nord risulta superiore del 30 percento, a causa di stili di vita scorretti e maggiore esposizione a fattori cancerogeni.

L’indagine è stata resa possibile dal contributo di tutte le oncologie italiane (circa 300) e dei 37 registri tumori presenti sul territorio. “Purtroppo però” spiega Ferretti “l’attività dei registri è sempre più seriamente compromessa dalla perdurante assenza di una legge nazionale che li riconosca giuridicamente e li abiliti all’accesso alle informazioni sanitarie”. Sollecitato a riguardo, il ministro Balduzzi ha assicurato che una proposta di legge è contenuta nel decreto sull’agenda digitale, che dovrebbe essere presentato al Consiglio dei Ministri già il prossimo venerdì.

Credits immagine: Airtum

3 Commenti

  1. Al sud i malati di cancro possono ringraziare tutti quei delinquenti che continuano a scaricare ovunque rifiuti speciali (altamente tossici per l’uomo e per l’ambiente), inquinando così la rete di falde che si estende per mezza Italia (da Roma a Reggio Calabria) con le cui acque vengono irrigate tutte le coltivazioni agricole, vengono fatti i prodotti caseari, viene abbeverato il bestiame e in molti casi sgorgano persino dai rubinetti delle case degli abitanti del sud.

  2. Scusate perché questo titolo falso?
    Riporto alcune parole del rapporto
    MORTALITA? p55 rapporto
    “Attualmente, per la totalità dei tumori, si osserva ancora un eccesso di mortalità di circa il 10% nel Nord rispetto al Sud, maggiore per il sesso femminile, e valori sovrapponibili tra centro e Sud (tabella 16).”

    NUMERO DI TUMORI? p51 rapporto
    “Più precisamente il tasso di incidenza standardizzato (sulla popolazione europea) è, per il totale dei tumori, del 30% più alto al Nord rispetto al Sud e del 10% più alto al Centro rispetto al Sud.”

    Rapporto:
    http://www.google.com/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=2&ved=0CDIQFjAB&url=http%3A%2F%2Fwww.aiom.it%2FC_Common%2FDownload.asp%3Ffile%3D%2Fdoc%2Fupload%2F2012_AIOM_AIRTUM.pdf&ei=TLxoUIqxJ4fhtQbgs4GgAQ&usg=AFQjCNEVHrUpAD26IOlL_It9ITyBUXI_3A&cad=rja

    Mi sfugge qualcosa?

  3. Cristiano, grazie per la gentile precisazione. Il dato da lei citato però non è del tutto corretto. È vero infatti che per il Nord si parla di una mortalità superiore del 10% e di un’incidenza superiore del 30%. Voltando pagina, a pagina 56, troverà però la tabella che riguarda la sopravvivenza; da lì cito: “Per quanto riguarda la sopravvivenza, sebbene con differenze meno elevate rispetto agli anni precedenti, si mantiene attualmente ancora un gradiente Nord-Sud a sfavore delle aree meridionali, sia per il totale dei tumori che per alcune sedi principali come esemplificato nella tabella 17”.
    Noterà leggendolo che nell’articolo si presentano esattamente questi dati: una maggiore incidenza di tumori al Nord Italia, dovuta presumibilmente a stili di vita scorretti, controbilanciata da una minore sopravvivenza al Sud, probabilmente dovuta a una peggiore qualità dell’assistenza fornita dal nostro servizio sanitario nelle regioni meridionali.
    Insomma, al Nord ci si ammala di più ma si guarisce più facilmente.
    Il titolo voleva sottolineare questa carenza nella qualità dell’assistenza fornita in alcune aree del nostro paese.

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