Il cervello comanda, la mano (bionica) esegue

È italiana la prima mano bionica che si muove controllata direttamente dal sistema nervoso centrale. Realizzata dai ricercatori della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa (gli stessi che la presentarono nel 2000, vedi Galileo) è stata impiantata da un’equipe medica dell’Università Campus Biomedico di Roma sull’avambraccio di un giovane italobrasiliano trasformandolo per trenta giorni in un novello Luke Skywalker. I risultati dell’intervento, eseguito il 20 novembre 2008, sono stati presentati oggi all’ateneo romano. La sperimentazione fa parte del progetto LifeHand a cui partecipano istituti di ricerca di tutta l’Europa e che ha ricevuto un finanziamento dell’Unione Europea di due milioni di euro per cinque anni.

Pierpaolo Petruzziello, 26 anni, ha perso la mano sinistra nel 2006 in seguito a un incidente stradale e si è offerto volontario per la sperimentazione. Grazie all’arto artificiale, formato da cinque dita di alluminio dotate di sensori, articolazioni di acciaio, palmo e copertura in fibra di carbonio, Petruzzelli è riuscito nuovamente a stringere il pugno, a unire pollice e indice e a muovere il mignolo. Tutto grazie quattro elettrodi, realizzati dall’azienda tedesca Ibmt, che una volta impiantati all’interno di due nervi del braccio permettono il dialogo tra cervello e mano. Si tratta di filamenti di materiale biocompatibile, dello spessore di dieci nanometri e della lunghezza di 180, formati ognuno da otto canali. Il cervello invia il comando tramite un normale impulso nervoso, un microchip presente sugli elettrodi registra ed elabora il segnale e lo trasmette all’arto meccanico. L’arto bionico, però, non solo permette al paziente di comandare ed eseguire un movimento ma anche di ricevere stimoli sensoriali.

Dopo un mese gli elettrodi sono stati rimossi con un’altra operazione. Occorreranno infatti almeno tre anni prima di poter pensare a un impianto definitivo o quasi. Nel frattempo i ricercatori lavoreranno per migliorare  elettrodi e protesi – per esempio per renderla più leggera visto che al momento pesa circa due chilogrammi, e proseguiranno la sperimentazione su altri pazienti per confermare i risultati ottenuti. (c.v.)

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