Categorie: Salute

Il colorante che allunga la vita

Vivere più di 4 settimane, per un verme che normalmente ne vive 2 o 3 al massimo, può essere considerato a ragione un traguardo invidiabile. I fortunati nematodi Caenorhabditis elegans che lo hanno raggiunto sono quelli capitati nel laboratorio di Gordon Lithgow al Buck Institute for Research on Aging di San Francisco. Qui lavorano alcuni ricercatori impegnati da oltre dieci anni nello studio di composti che possano rallentare i processi neurodegenerativi associati all’ invecchiamento. Ora, come riportano sull’ultimo numero di Nature, sembrano averne trovato uno che può aumentare la durata della vita di oltre il 50%.

Non si tratta di una nuova molecola, ma di un reagente chimico già largamente impiegato nei laboratori di neuroscienze di tutto il mondo per evidenziare i danni alle proteine nelle persone malate di Alzheimer (come si vede nell’immagine) . Il suo nome è tioflavina t (ThT) o Basic Yellow 1.

Il composto sembra agire mantenendo la cosiddetta omeostasi delle proteine, ovvero il bilancio tra la loro sintesi e la loro distruzione, che dipende anche dalla capacità dell’organismo di mantenere la loro struttura corretta. Studi precedenti avevano già indicato che questo equilibrio contribuisce notevolmente a determinare la durata della vita, e alcune malattie degenerative sembrano associate proprio a uno sbilanciamento dell’omeostasi delle proteine.

Nello studio di malattie come l’ Alzheimer, la ThT viene sfruttata per la sua capacità di legarsi alle placche di amiloide (aggregati tossici di frammenti di proteine nel cervello), segnalandone la presenza. L’intuizione che questo colorante potesse frenare l’invecchiamento è venuta a Silvestre Alavez, ricercatore presso il laboratorio di Lithgow. Partendo dall’idea che alcune piccole molecole possano influenzare l’aggregazione delle proteine – rallentando di conseguenza la formazione delle placche di amiloide -, Alavez ha cominciato a testare una decina di composti su vermi sani. Ben 5 si sono dimostrati interessanti (tra cui la già nota curcumina) per il loro effetto sulla salute e sulla aspettativa di vita, ma la performance migliore è stata quella dei nematodi che avevano ricevuto ThT.

Al momento sono in corso i controlli sui topi utilizzati come modello del morbo di Alzheimer, per osservare gli effetti del marcatore: “Abbiamo un nuova strada da percorrere nella ricerca di composti che aumentino la durata della vita e, allo stesso tempo, rallentino le malattie degenerative”, ha commentato Alavez: “Ogni piccola molecola che contribuisce a mantenere l’omeostasi delle proteine potrebbe rivelarsi di aiuto in queste patologie”.

Tiziana Moriconi

Giornalista, a Galileo dal 2007. È laureata in Scienze Naturali (paleobiologia) e ha un master in Comunicazione della Scienza conseguito alla Scuola Superiore di Studi Avanzati di Trieste. Collabora con D la Repubblica online, Salute SenoLe Scienze, Science Magazine (Ed. Pearson), Wired.it.

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