Due studi presentati alla Conferenza Europea Multidisciplinare di Oncologia Toracica che si è tenuta a Lugano in Svizzera dal 1° al 3 maggio scorso mettono in evidenza le differenze di genere nello sviluppo e nel trattamento del tumore al polmone nelle donne. La popolazione femminile, infatti, risulta essere più sensibile ai danni causati dal fumo e va incontro a una più precoce insorgenza del tumore al polmone ma, dall’altro lato, risponde meglio ai trattamenti.
Il primo studio ha preso in considerazione 683 casi di tumore al polmone trattati dal centro svizzero si St. Gallen fra il 2000 e il 2005, rivelando l’età inferiore delle pazienti rispetto a quelle dei pazienti, sebbene le donne avessero fumato, in media, meno della controparte maschile. “I nostri risultati”, ha detto Martin Frueh, ricercatore svizzero che ha presentato lo studio, “dimostrano che le donne sono più suscettibili alle sostanze cancerogene presenti nel tabacco”.
Il secondo, presentato da un gruppo di ricerca irlandese, guidato da Bassel Al-Alao del St James’s Hospital di Dublino, ha considerato 640 pazienti sottoposti a intervento chirurgico in seguito a diagnosi di cancro al polmone non a piccole cellule a 10 anni dalla rimozione. I risultati mostrano che la sopravvivenza media è di 2,1 anni per gli uomini e di 4,7 anni per le donne. L’appartenere al sesso femminile, quindi, è un fattore prognostico negativo, ci si ammala quindi di più a parità di fattori di rischio, ma è un fattore predittivo positivo, si guarisce cioè di più. (l.d.p.)
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