Il gene dell’atleta

Per diventare atleti professionisti servono costanza e determinazione. Ma una mano alla carriera potrebbe darla anche il Dna. A quanto pare infatti, una particolare mutazione predisporrebbe le persone all’infiammazione dell’apparato muscolare in seguito a sforzi. Allo stesso tempo però, questa mutazione sembra anche aiutare l’organismo a recuperare velocemente, predisponendo il fisico all’allenamento.

Ad avanzare l’ipotesi sono i ricercatori dell’Irccs Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano e delle università di Udine, di Vanderbilt (Iowa) e del Tennessee (Usa) in uno studio pubblicato su Bmc Medical Genetics. Il gene interessato è quello che codifica per il recettore dell’interleuchina-1 (una molecola che sottostà all’infiammazione). Gli studiosi hanno analizzato il Dna di 205 atleti (53 di livello agonistico, 152 dilettanti) e di altre 458 persone, trovando che tra gli sportivi di professione il gene è presente in misura doppia rispetto agli altri. Il campione su cui è stato svolta l’indagine è piccolo e i risultati sono solo indicativi, ma è possibile che questo fattore, insieme ad altri, faciliti in qualche modo il fisico nell’attività atletica.

“L’attenzione ai fattori genetici è sempre maggiore in questo campo”, ha commentato Giuseppe Banfi, direttore scientifico dell’Ospedale lombardo: “Vi sono diversi studi su enzimi che facilitano il miglior utilizzo delle risorse energetiche o sulla presenza di un particolare tipo di fibra muscolare. Questa ricerca ha la peculiarità di rivolgere l’attenzione verso i meccanismi di danno e di riparazione che stanno alla base dell’allenamento e del recupero dallo sforzo, ed è importante soprattutto per le possibili ricadute sulle patologie. Gli stessi meccanismi possono infatti essere alla base di una predisposizione alle lesioni muscolo tendinee e alla velocità di riparazione”.

Riferimento: doi:10.1186/1471-2350-11-29

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