Il Giappone da satellite prima e dopo il terremoto

Dopo il devastante sisma dell’11 marzo, 30mila volte più potente di quello de L’Aquila, in Giappone la terra continua a tremare. Nella notte italiana, una nuova scossa di assestamento di 6,2 gradi della scala Richter ha rallentato le operazioni di soccorso. La conta ufficiale dei morti è salita a 5mila vittime, ma ormai è certo che la cifra finale sarà molto più alta, forse oltre le 20mila unità. Solo nella città di Minamisanriku, completamente distrutta dallo tsunami, si temono oltre 10mila vittime. Intanto, le preoccupazioni maggiori arrivano dalle centrali nucleari. In particolare quella di Fukushima, che nella notte ha subito altre due esplosioni, dopo quella registrata appena dopo il terremoto. La gravità della situazione non è ancora del tutto chiara, ma intanto l’area intorno alla centrale Uno di Fukushima è stata evacuata per un raggio di 20 km, per un totale di 150 km quadrati. Tokyo nel frattempo cerca di tornare alle normalità. Il trasporto pubblico ha ricominciato a funzionare, l’elettricità è razionata, ma le principali attività commerciali hanno riaperto. Compresa la borsa di Tokyo, che però ha fatto registrare un preoccupante -6%.

Il Giappone, insomma, cerca di voltare pagina. Ma i danni causati dal terremoto sono enormi. Più che dalla scossa, dallo tsunami, con onde alte oltre dieci metri, arrivato 19 minuti dopo il sisma principale. La violenza del mare ha letteralmente raso al suolo le coste nord-est del paese. Per rendersi conto della forza devastante dell’acqua, il team di Google Maps e Google Earth, tramite il suo blog ufficiale, ha pubblicato alcune immagini prima e dopo il disastro. Basta guardarle per capire l’entità della tragedia.

Riferimenti: wired.it

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