Un nuovo tassello nel puzzle della storia evolutiva dell’uomo. Questo il ruolo dello scheletro ominide, molto probabilmente un bambino, rinvenuto in Etiopia, e risalente a circa 3,4 milioni di anni fa. Lo ha annunciato sabato in una conferenza stampa ad Addis Abeba il paleoantropologo etiope Zeresenay Alemseged, associato all’Università di stato dell’Arizona. Alemseged ha scoperto un frammento di mandibola e alcune parti eccezionalmente ben conservate – compreso il cranio – dello scheletro di un giovane ominide. Il ritrovamento è avvenuto a Busidina-Dikika, nella regione di Afar, al confine con la Repubblica del Gibuti, dove in passato sono emersi altri importanti reperti fossili di Austrolopithecus Afarensis, tra cui la famosa Lucy. “Quello di Busidina-Dikika”, ha detto Alemseged, “è forse lo scheletro più antico di giovane ominide mai ritrovato in buono stato di conservazione.” La scoperta, ha aggiunto l’antropologo, potrebbe consentire di colmare il vuoto nella storia dell’evoluzione tra Lucy, che risale a 3,2 milioni di anni fa, e una simile specie di ominidi, vecchi 3,7 milioni di anni, ritrovati a Laetoli, in Tanzania. (f.n.)
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