Il pesce artificiale va controcorrente

    Studiare l’habitat sotto costa non è cosa facile per gli attuali robot sottomarini. Basta un repentino cambiamento di corrente o un’onda per finire sbattuti sulla scogliera. Per aggirare il problema i ricercatori del progetto Filose, finanziato dal Settimo Programma Quadro della Commissione europea, annunciano lo sviluppo di un nuovo modello: un pesce-robot in grado di nuotare controcorrente, proprio come fanno i pesci nelle correnti veloci o quando si forma la risacca vicino alla costa. Il consorzio europeo che lo realizzerà è guidato dall’Università di Tecnologia di Tallinn in Estonia ed è  composto dall’Università di Verona, dall’Istituto italiano di tecnologia di Genova, dall’Università di Tecnologia di Riga in Lettonia e dall’Università di Bath in Inghilterra.

    Tutta, nel nuovo robot, si ispirerà alla biologia. I ricercatori dell’Istituto Italiano di Tecnologia sono stati incaricati di sviluppare un sensore che imita la linea laterale, l’organo sensoriale che permette ai pesci di percepire il flusso dell’acqua circostante e di reagire alle turbolenze. La raccolta e l’analisi dei dati sarà poi affidato a un software interno al robot che riproduce le funzioni del sistema nervoso dei pesci, sviluppato dal laboratorio “Altair” di Robotica dell’Università di Verona. Questo programma permette di identificare i cambiamenti di turbolenza, interpretarli e modificare i  movimenti, fino a raggiungere un’efficienza del 95 per cento nel nuoto.

    Quando sarà disponibile, dicono i ricercatori, il prototipo potrà essere usato come strumento di ricerca e monitoraggio delle zone sotto costa in numerosi campi, dalla biologia allo sminamento al controllo dell’inquinamento e degli ecosistemi. (r.p.)

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