Categorie: Vita

Il più grande dinosauro della storia

Il più grande essere vivente che abbia mai calpestato la Terra era probabilmente argentino. Si tratta di un dinosauro dell’ordine dei Sauropodi (come per esempio il più famoso Brontosauro), i cui resti fossili sono stati portati alla luce dai ricercatori del Museo Paleontológico Egidio Feruglio(Mef), in una zona rurale nella provincia di Chubut, in Patagonia. Dopo tre anni di lavoro, nei giorni scorsi si è conclusa l’analisi preliminare dei reperti: il nuovo gigante del Cretaceo sarebbe stato alto circa 20 metri e lungo oltre 40 dalla testa alla punta della coda, con un peso di quasi 80 tonnellate.

Le ossa provengono da un sito scoperto tre anni fa da una famiglia di agricoltori del luogo, in cui per ora i ricercatori hanno portato alla luce oltre 200 fossili, appartenenti a sette esemplari adulti. Analizzando i reperti sono state identificate ossa del collo, della schiena, delle gambe, e una coda quasi completa, tutte risalenti ad un periodo di circa 95 milioni di anni fa, e appartenenti ad un dinosauro della famiglia dei Titanosauri, erbivori simili al più noto Brontosauro, caratterizzati da una testa piccola, zampe enormi, e collo e coda estremamente allungati.

Misurando il diametro delle ossa delle gambe, femore e omero, su cui il dinosauro poggiava la sua enorme mole, i ricercatori hanno potuto calcolarne con precisione le dimensioni, scoprendo così che con 77 tonnellate di peso, la nuova specie supera il precedente detentore del titolo di più grande dinosauro mai esistito: l’Argentinosauro, un altro titanosauro da 73 tonnellate scoperto anch’esso in Patagonia.

“Stiamo ancora lavorando a questo incredibile sito”, spiega José Luis Carballido, ricercatore delMef che sta dirigendo gli scavi. “Secondo le nostre stime abbiamo completato solamente un quinto del processo di scavo, e quindi rimane ancora molto lavoro da fare e probabilmente anche molte nuove scoperte da portare alla luce”.

In attesa di nuovi ritrovamenti, i ricercatori stanno lavorando al nome da dare alla nuova specie. Come ha spiegato Carballido alla Bbc: “Il nome dovrà descrivere la magnificenza di questo animale, e onorare sia la regione dove è stato portato alla luce, sia la famiglia di agricoltori che ci ha allertato della scoperta”. Per ora insomma, i ricercatori non sembrano ancora avere le idee chiare.

Via Wired.it

Credits immagine: MEF

Simone Valesini

Giornalista scientifico a Galileo, Giornale di Scienza dal 2012. Laureato in Filosofia della Scienza, collabora con Wired, L'Espresso, Repubblica.it.

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