Categorie: Spazio

Il primo buco nero di taglia media

Si chiama HLX-1 ed è un nuovo tipo di oggetto astronomico: un buco nero taglia media. Fino a oggi, si credeva che questi corpi celesti fossero solo di due misure, e cioè piccola – i cosiddetti buchi neri stellari, con una massa pari a poche volte quella del Sole – e grande – i supermassivi, milioni o miliardi di volte la nostra stella. Ora, un gruppo di astronomi guidati da Natalie Webb del Centre d’Etude Spatiale des Rayonnements, in Francia, ha trovato traccia anche della via di mezzo, cioè un buco nero con una massa pari a circa 90mila volte quella del Sole. La scoperta, avvenuta anche grazie al Chandra X-Ray Observatory e al telescopio Swift, è presentata sulle pagine di Science Express

HLX-1 si trova nella galassia a spirale ESO 243-49, a circa 300 milioni di anni luce di distanza da noi, ed è stato individuato nel 2009. La scoperta è avvenuta accidentalmente, quando gli scienziati hanno captato la grande quantità di emissioni radio e raggi X proveniente da questo oggetto celeste. Da allora, i ricercatori hanno continuato a osservare HLX-1 per studiarne il comportamento e confermare se si trattasse davvero di un nuovo tipo di buco nero

Gli astronomi ne hanno analizzato le emissioni, fatte risalire ai getti di plasma sparati ad alta velocità. In questo, il comportamento di HLX-1 appare del tutto simile a quello dei suoi cugini più piccoli e più grandi. 

L’aspetto più interessante è infatti un altro: come si è formato un buco nero di queste insolite dimensioni? Una delle ipotesi è che si tratti di un relitto del neonato Universo, come racconta la stessa Webb su National GeographicNell’Universo primordiale, potrebbero essere esistite stelle molto massive dalla vita piuttosto breve, che sono poi finite come buchi neri di massa intermedia”. 

Non è escluso, però, che questi oggetti siano addirittura i progenitori dei buchi neri supermassivi. Questi ultimi, infatti, potrebbero essersi formati sia per accrescimento di un corpo celeste più piccolo – inglobando progressivamente materia – sia per fusione di più buchi neri taglia media. Per capirci qualcosa in più, bisognerà aspettare l’osservazione di altri buchi neri simili a HLX- 1.

via wired.it

Credit immagine a X-ray: NASA/CXC/Wisconsin/D.Pooley & CfA/A.Zezas; Optical: NASA/ESA/CfA/A.Zezas; UV: NASA/JPL-Caltech/CfA/J.Huchra et al.; IR: NASA/JPL-Caltech/CfA

Anna Lisa Bonfranceschi

Giornalista scientifica, a Galileo Giornale di Scienza dal 2010. È laureata in Biologia Molecolare e Cellulare e oggi collabora principalmente con Wired e La Repubblica.

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