Con circa un milione e duecentomila anni, Homo antecessor si è aggiudicato il titolo di più antico ominide europeo. Almeno tra quelli ritrovati finora. A decretarlo è lo studio di un frammento di mandibola inferiore, rinvenuta insieme ad alcuni manufatti nel sito Sima del Elefante, presso la Sierra de Atapuerca (Spagna settentrionale), cui Nature dedica la copertina.
Il merito della scoperta è di un gruppo di ricercatori del Centro Nacional de Investigación sobre Evolución Humana (Cenieh) di Burgos, e dell’Institut Catalá de Paleoecologia Humana i Evolució Social (Iphes). La datazione è stata effettuata con tecniche radiometriche e paleomagnetiche sui sedimenti, mentre lo studio della mandibola e dei manufatti (circa 32 frammenti di strumenti in pietra e ossa di mammiferi, con segni di frattura che testimoniano un’attività di lavorazione delle prede) ha portato all’attribuzione della specie.
Il primato europeo era finora appartenuto al cosiddetto uomo di Ceprano (dal nome della località laziale in cui è stato rinvenuto) e ai resti di Homo erectus di età compresa fra gli 800mila e i 700mila anni fa, trovati in Francia e nello stesso sito spagnolo di Atapuerca. Il più antico ominide di cui si ha traccia fuori dall’Africa è, invece, quello di Dmanisi, in Georgia, che risale a 1,8 milioni di anni fa. Secondo i paleontologi, H. antecessor avrebbe popolato l’Europa occidentale quasi un milione di anni prima dei Neanderthal (comparsi “solo” 350mila anni fa) dopo essere giunto dall’Oriente fin nella Penisola Iberica. (s.s.)
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