Il primo messaggio laser inviato dallo Spazio profondo

NASA / Unsplash

Per la prima volta nella storia, la Nasa è riuscita a trasmettere dati dallo Spazio profondo alla Terra attraverso un sistema di comunicazione ottica, ossia utilizzando un laser a infrarossi anziché le onde radio. I dati inviati come prova hanno percorso quasi 16 milioni di chilometri, circa 40 volte la distanza che separa la Terra dalla Luna, in circa 50 secondi.


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L’esperimento Dsoc

L’esperimento che ha reso possibile questo tipo di comunicazione è il Deep Space Optical Communications (Dsoc) della Nasa, caricato a bordo del veicolo spaziale Psyche, lanciato poco più di un mese fa. Dsoc, spiegano dalla Nasa, è stato progettato per inviare dati di prova alla Terra da varie distanze, mentre Psyche compie il proprio viaggio verso la main asteroid belt compresa fra Marte e Giove.

Come anticipato, la novità è che Dsoc è stato pensato per inviare dati attraverso un sistema di comunicazione ottica, invece che attraverso le frequenze radio. Queste ultime vengono da sempre utilizzate per “comunicare” con i veicoli spaziali, ma sfruttare la tecnologia ottica potrebbe permettere di velocizzare fino a 100 volte il trasferimento di informazioni. Entrambi i sistemi utilizzano onde elettromagnetiche per il trasmettere i dati, ma i raggi laser consentono in sostanza di “impacchettarne” una maggiore quantità.

La comunicazione ottica è una manna per gli scienziati e per i ricercatori che vogliono sempre di più dalle loro missioni nello Spazio, e permetterà l’esplorazione umana dello Spazio profondo”, racconta Jason Mitchell, direttore della Advanced Communications and Navigation Technologies Division del programma Space Communications and Navigation della Nasa: “Più dati dignifica più scoperte”, prosegue.

I prossimi passi

Questo primo test apre infatti la strada alla possibilità di trasmettere dati e immagini più velocemente e a più alta risoluzione, “a supporto del prossimo grande balzo dell’umanità: inviare esseri umani su Marte”, racconta Trudy Kortes, direttore del Technology Demonstrations per lo Space Technology Mission Directorate presso la sede centrale della Nasa a Washington.

Fra le varie sfide per i mesi a venire, spiega ancora la Nasa, una consisterà nel trovare il modo per compensare il tempo che la luce impiega a percorrere distanze ancora maggiori rispetto a quella da cui è stato inviato il primo messaggio di prova. Nelle varie fasi della missione, che prevede anche il sorvolo di Marte, Psyche verrà infatti a trovarsi a distanze enormi dalla Terra: gli scienziati stimano che quando la sonda si troverà alla massima distanza, i raggi del laser infrarosso di Dsoc impiegheranno circa 20 minuti per raggiungere la Terra, anziché 50 secondi come nell’esperimento appena effettuato. In quei 20 minuti Psyche e la Terra avranno una posizione reciproca diversa rispetto a quella di partenza, per cui sia i sitemi di puntamento a bordo della navicella che quelli terresti di ricezione dovranno in qualche modo essere riallineati di conseguenza.

Via Wired.it

Crediti immagine: NASA / Unsplash