Ci sono tracce di sale nel cuore della riserva naturale geologica della regione francese Haute-Provence. Un eccezionale ritrovamento che risale all’antico neolitico, 5800 a.c. Lo ha scoperto un gruppo di archeologi diretti da Denis Morin (UTAH-CNRS/Université de Toulouse le Mirail) in fondo ad un pozzo del XVII secolo. Il pozzo serviva a sfruttare una sorgente d’acqua salata situata a nove metri di profondità. Durante il Triassico, durato dai 170 ai 225 milioni di anni, la zona delle Alpi era parzialmente occupata da grandi lagune e soggetta a un clima tropicale. Le distese d’acqua salata evaporarono lentamente lasciando sedimenti salini di vario tipo. Questi strati furono poi coperti da altre rocce, fino a quando si produssero i sommovimenti tettonici che hanno formato prima la Provenza e poi le Alpi. Dilavati dalle acque piovane, i depositi che si trovavano talvolta in superficie si sono sfaldati, lasciando soltanto il gesso e pochissimo sale. Mentre in profondità rimanevano tasche o falde d’acqua salata. Questi complessi processi spiegano la rarità delle sorgenti salate. Infatti era indispensabile costruire pozzi per catturare le acque in profondità, dato che il grado di salinità era superiore a quello delle sorgenti che scaturivano in superficie. Alcuni dei bastoncini di legno infitti verticalmente nel sedimento di marna coperto d’acqua salata in fondo al pozzo di Moriez, presentano tracce di tagli da incisione. Due di essi hanno permesso agli scienziati di fare alcune analisi e datare tali ritrovamenti mediante la tecnica al radiocarbonio. L’età media ottenuta dai due frammenti lignei è sorprendentemente antica: circa 6800 anni. Il carotaggio e l’analisi dei sedimenti dovrebbero permettere di precisarne la datazione e determinare le condizioni climatiche in cui si sono evoluti i primi salinai europei.(s.s.)