I numerosi condotti che portano l’acqua dalle radici su per il tronco di alberi sempreverdi di conifera, tra cui quelli che addobbiamo come alberi di Natale, sono lunghi un decimo di quelli di un albero da fiore, rendendo fino a 38 volte più faticoso l’assorbimento dell’acqua. Ma le conifere si sono evolute sviluppando valvole sempre più efficienti, come spiega John Sperry, professore di biologia presso l’Università dello Utah, nello studio pubblicato su Science due giorni prima del Natale.
I biologi hanno misurato il passaggio dell’acqua attraverso i ramoscelli di 18 specie di conifere e 29 specie di angiosperme, e sono riusciti a spiegare cosa ha permesso a conifere come pini, abeti e cipressi, non solo di sopravvivere ma di essere la specie più diffusa in alcune foreste del nostro pianeta. Nonostante le conifere abbiano condotti più corti e meno valvole (elementi che incrementano la resistenza), a parità di diametro dei condotti stessi, la resistenza è praticamente identica.
La causa sta nella differente struttura delle valvole: negli alberi da fiore l’acqua filtra attraverso membrane con pori omogenei; nelle conifere invece, le valvole hanno membrane con una struttura centrale attraverso la quale l’acqua non può passare, e una laterale filtrante (con pori 100 volte più larghi di quelli delle angiosperme ) che, agendo come la molla di un trampolino, spinge letteralmente l’acqua verso l’alto. Il segreto degli alberi di Natale, quindi, è nell’efficienza delle loro valvole. (m.r.)
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