Il tumore nel mirino

Sono dei veri e propri James Bond, dotati di un equipaggiamento sofisticato e complesso per salvare il nostro organismo dall’attacco dei tumori o di cellule ‘anomale’, per esempio quelle infettate da virus. Parliamo dei linfociti noti come Natural Killer, nome di battaglia: Nk. Nella vasta famiglia dei globuli bianchi hanno caratteristiche molto particolari, sono cellule linfoidi che riescono a uccidere senza bisogno di attivazione. Queste cellule, che si possono definire di “pronto intervento”, sono capaci di identificare ed eliminare quanto è estraneo all’organismo umano grazie a un complicato e, potremmo dire, multiplo, sistema di ricognizione: tengono a bada l’aggressore prima che si sviluppi la risposta immunitaria specifica, mediata da altre cellule difensive, i linfociti T e B. Il sistema di ricognizione é basato sulla presenza di una serie di molecole sulla superficie delle cellule Nk, ovvero di ricettori che inibiscono o stimolano la loro capacità di distruggere le cellule in cui si imbattono. Una delle loro proprietà è che sono in grado di riconoscere i cosiddetti antigeni di istocompatibilità di tutte le altre cellule, molecole necessarie per il corretto funzionamento del sistema immunitario. Molti tumori non esprimono più i propri antigeni di istocompatibilità nel tentativo di eludere la sorveglianza immunitaria. Quando le Nk incontrano cellule amiche, che esprimono i propri antigeni di istocompatibilità, i recettori inibitori, chiamati Kir, dopo l’identificazione, inviano segnali che bloccano l’attività ‘omicida’. Insomma le cellule dell’organismo si fanno riconoscere come alleate e le killer abbassano le armi. Al contrario, in assenza di questo amichevole ‘saluto’, nel caso di invasori ostili come cellule neoplastiche o infettate, le Nk sono libere di agire. Oltre al sistema di ‘disattivazione’ ne esiste uno di stimolazione. Ovvero esistono sulle Nk altri recettori che possono promuovere segnali atti a stimolare le killer a ‘premere il grilletto’. Alcuni di questi recettori, schedati come NKp46, NKp30 e NKP40, e definiti come recettori di citotossicità naturale Nrc, erano già stati identificati, in gran parte grazie all’intenso lavoro di un gruppo di scienziati genovesi, guidati dai fratelli Alessandro e Lorenzo Moretta. Che ora hanno coordinato una ricerca che ha portato alla scoperta di recettori che si trovano sulle cellule malate e segnalano alle killer la loro presenza: due molecole bersaglio presenti in vari tumori e una nuova sulle Nk. Lo studio, condotto in primis da Cristina Bottino, è stato pubblicato sulla rivista Journal of Experimental Medicine. I ricercatori dell’Istituto Gaslini, Università di Genova e Centro di eccellenza per la ricerca biomedica, – con cui ha collaborato anche l’Ist di Genova – hanno usato una metafora per spiegare in parole semplici il significato dello studio: i recettori presenti sulla membrana delle cellule natural killer funzionano come veri e propri spinotti che trasmettono corrente (in questo caso accendono la cellula killer) solo se inseriti in prese di corrente adatte. Queste prese si trovano sulla superficie delle cellule tumorali, ma non di quelle sane. Questa dunque è un’ulteriore spiegazione del perché le cellule killer sono in grado di uccidere solo le cellule nemiche e non quelle alleate. I nuovi recettori delle Nk, usati come ‘spinotti’, si chiamano DNAM-1 mentre le prese di corrente delle cellule tumorali hanno i nomi di PVR, che sta per polio-virus receptor (CD155) e Nectina-2 (CD112), membro della famiglia delle nectine.Per identificare queste molecole i ricercatori hanno generato anticorpi monoclonali immunizzando degli animali con cellule bersaglio a cui le Nk erano suscettibili. Poi gli anticorpi sono stati testati per la loro capacità di interferire con la citotossicità delle Nk contro le cellule bersaglio stesse.Le molecole ‘spinotto’ così scoperte sono presenti su vari tipi di tumori, suggerendo un meccanismo generale e per questa ragione tanto più importante. Secondo i ricercatori questo studio aggiunge un nuovo tassello nella comprensione dei meccanismi molecolari coinvolti nella difesa contro le neoplasie. Conoscere meglio come le killer affrontano il nemico e quali sono sue parti vulnerabili sarà di grande utilità per aiutare il nostro organismo a colpirlo e distruggerlo.

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