Il volo dello sciamano

Raccontare il fenomeno dello sciamanismo nelle culture dove esso è stato inizialmente scoperto, studiato e definito è l’obiettivo di una mostra allestita dal Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari di Roma in collaborazione con il Ministero degli affari esteri e l’Università “La Sapienza”. Infatti, il termine “sciamano” (da “tunguso shaman”, intermediario tra gli uomini e gli spiriti) è stato adoperato a partire dalla fine del Settecento per indicare le credenze e le pratiche religiose dei popoli uralici, altaici e paleosiberiani. Solo successivamente il termine è stato utilizzato per indicare anche figure religiose appartenenti ad altri contesti etnici (Mongolia, Tibet, Americhe, Oceania e Africa). “Il volo dello sciamano. Simboli ed arte delle culture siberiane”, prima mostra dedicata a questo tema in Italia, è realizzata con la documentazione fotografica del Russian Museum of Ethnography di San Pietroburgo – grazie all’accordo culturale stipulato nel 1999 tra la Federazione russa e lo Stato italiano – e gli oggetti raccolti in due spedizioni in Lapponia da Stephen Sommier e oggi conservati al Museo di Antropologia ed Etnologia dell’Università di Firenze. Il Russian Museum of Ethnography conserva circa 500 mila oggetti provenienti da tutte le regioni russe e in particolare la collezione di Alexei A. Marenko, etnografo e collaboratore del museo dall’inizio del Novecento che, nel corso di due spedizioni organizzate tra il 1907 e il 1908 e nel 1913 raccolse oggetti e fotografò un rituale sciamanico nella regione Podkàmennaia-Tunguska.Il consistente repertorio di manufatti e di riproduzioni fotografiche ha permesso di articolare la mostra in sezioni tematiche: una dedicata all’ambiente quotidiano, ricreato con immagini che raccontano gli elementi essenziali della cultura siberiana, la tenda, gli abiti di donne e bambini e utensili in legno; l’altra incentrata sulla figura dello sciamano e sul suo legame con il mondo celeste e il mondo di sotto, dove risiedono le anime dei morti. La sezione dedicata allo sciamano riproduce lo spazio sacro riservato ai rituali, al centro del quale è collocato l’albero sacro – l’axis mundi che collega mondo sotterraneo, mondo terreno e mondo celeste – che lo sciamano utilizza per le ascensioni celesti e le discese “infernali”. Intorno allo spazio sacro sono collocati gli strumenti utilizzati dallo sciamano per entrare in contatto con i suoi spiriti adiutori: i tamburi per indurre la trance, le cordicelle per il volo, i costumi, le maschere rituali e piccoli manufatti lignei che rappresentano gli spiriti protettori. Se c’è qualcosa che lascia perplessi in questa iniziativa del museo romano è la scarsa o nulla attenzione all’aspetto divulgativo: l’allestimento non ha previsto, per esempio, dei pannelli esplicativi che permettessero al visitatore profano di inquadrare e comprendere almeno qualche aspetto di un fenomeno così complesso come quello sciamanico. La possibilità di visionare il catalogo, quello sì ricco di spiegazioni, all’ingresso di entrambe le sale che ospitano la mostra non è infatti sufficiente a colmare questa lacuna.

IL VOLO DELLO SCIAMANO. Simboli ed arte delle culture siberiane
Roma, Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari
Piazza G. Marconi, 8
Fino al 26 maggio 2003
Orario: dal martedì alla domenica 9.00-18.00
Ingresso: euro 4,00

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