Categorie: Fisica e Matematica

Immagini dal nanomondo

Mentre li osservano, manipolano, perforano con fasci di ioni focalizzati o scalfiscono a colpi di reazioni chimiche non possono fare a meno di restare impressionati dalla loro bellezza. I ricercatori del Centro S3 di Modena, diretto da Elisa Molinari, conoscono da sempre il valore artistico di quei frammenti di materia delle dimensioni di un miliardesimo di metro che sfuggono anche a più potenti microscopi ottici. Per questo hanno coinvolto la fotografa Lucia Covi in un progetto che unisce senso estetico e rigore scientifico: dal perfetto connubio è nata la mostra Blow up. Immagini nel nanomondo a Verona fino al 17 aprile.

Dopo un anno passato accanto ai ricercatori del Centro di nanoscienze, Lucia Covi ha selezionato ed elaborato una serie di immagini mozzafiato dai luoghi più remoti della materia. Prima però ha dovuto abbandonare i comprensibili timori di chi è totalmente digiuna di scienza, insieme agli strumenti abituali del mestiere: non c’è obiettivo, né lente che tenga, il mondo alla scala dei nanometri è impermeabile alla luce. Gli “scatti” si ottengono con microscopi a sonda o elettronici.

Sembrano dune, diamanti, scavi archeologici, stalagmiti pendenti dal soffitto di una grotta, trafori e gallerie nelle montagne e invece sono catene di Dna, nanotubi di carbonio, nanocristalli di biossido di titanio. Le profondità invisibili della materia assumono forme insospettabili: quella curiosa struttura che ricorda un riccio è in realtà formata da un processo di crescita di nanofili poco inclini a seguire un’unica direzione, la guglia che spicca su una montagna è la punta di tungsteno di una decina di nanometri lavorata con un fascio di ioni, la torre di Babele è una punta di oro assottigliata.

L’elaborazione di Lucia Covi non ha scalfito minimamente la veridicità delle immagini. “Le immagini che qui proponiamo ricostruiscono fedelmente le sembianze della materia a questa scala, mostrano paesaggi del nano mondo gli stessi che la scienza è in grado di vedere”, sottolinea Elisa Molinari.

L’obiettivo della mostra è svelare quella parte di mondo che non riusciamo a vedere e che è invece il pane quotidiano dei ricercatori del Centro S3. Le tre sezioni in cui l’esposizione è articolata ricalcano le attività che si svolgono nei laboratori: “Dare Forma”, che indaga la possibilità di plasmare la materia, “Auto-organizzazione” evidenzia la possibilità di creare strutture partendo dal basso, “Esplorare” indica il lavoro di analisi di strutture naturali, tra cui proteine e Dna, per ricomporre mappe delle loro funzionalità.

Blow up è quindi un omaggio alla bellezza della materia, ma anche agli scienziati che cercano di carpirne i segreti.

VERONA
Blow-up. Immagini del nano mondo

Galleria d’Arte Moderna Palazzo Forti
volto Due Mori, 4 (corso Sant’Anastasia)
dal 17 marzo al 17 aprile 2011

Giovanna Dall'Ongaro

Laureata in filosofia ha curato l’ufficio stampa dell'Ente Nazionale Protezione Animali e collabora come free lance con diverse testate, tra cui 50&Più (Confcommercio),L'Espresso, La Macchina del Tempo. Dal 2003 fa parte della redazione di Sapere.

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