Impatto sulla Luna durante l'eclissi totale: ecco le foto

“Spatacrash”! Un grande impatto sulla Luna è avvenuto pochi giorni fa, mentre tutti avevano gli occhi puntati proprio su di lei, durante l’eclissi totale del 21 gennaio 2019. Sotto il naso di spettatori ignari, un meteoroide (sigla L1-21-J), cioè un frammento di un asteroide o di una cometa, ha colpito il nostro satellite, come avviene spesso. Questo impatto ha regalato un ingrediente in più ad uno spettacolo già eccezionale, quale quello di una Luna piena grandissima e rossa a causa dell’eclissi.

Non è raro che i meteoroidi colpiscano il nostro satellite – succede una volta ogni due o tre ore. Tuttavia, in questo caso la coincidenza con l’eclissi ha fatto sì che il fenomeno sia stato osservato e registrato da almeno tre telecamere amatoriali, una in Colombia, una nella Repubblica Dominicana e una in  Marocco. E diversi gruppi di ricerca, coordinati dall’Università di Antiochia, in Colombia, hanno analizzato le immagini e già pubblicato uno studio, disponibile su arXiv.

Le foto dell’impatto sulla Luna

Non è la prima volta che la Luna regala spettacoli mozzafiato. Questa volta erano tantissimi gli spettatori, fra cui vari astrofili, che seguivano l’evento, dal vivo o tramite telescopi potenti. Un’immagine ingrandita dell’impatto sulla Luna arriva da un team guidato da Mauricio Gaviria-Posada all’osservatorio LaLoma, in Colombia. L’osservatorio possiede il più grande telescopio del Paese. Ecco due immagini.

Crediti immagine: Jonathan Ospina, Mauricio Gaviria and Sergio López. Immagine dell’esplosione sulla Luna durante l’eclissi totale del 21 gennaio 2019. L’immagine è stata catturata dall’Osservatorio LaLoma a San Vincente Ferrer (Antiochia, Colombia).

Crediti immagine: Fritz Pichardo, Astrodom, a Santo Domingo, nella Repubblica Dominicana.

Un pallone forse di 40 kg

Durante l’eclissi totale del 21 gennaio l’impatto sulla Luna è avvenuto nel settore più scuro della faccia visibile del satellite. I ricercatori sono riusciti a individuare la posizione dell’evento, l’orbita e l’energia del meteoroide. E le sorprese non sono poche. Stando alla ricostruzione si è trattato di un masso delle dimensioni poco più grandi di quelle di una pallina da tennis, da 10 a 27 centimetri di diametro. La massa stimata va da 7 a 40 chili. La sua velocità, inoltre, era di 47mila chilometri all’ora. Piuttosto rapido, se si pensa che fra gli aerei civili più veloci, il boeing 747-400 riesce a toccare solo i 900 km all’ora. Se queste stime sono confermate, l’impatto sulla Luna deve aver prodotto un cratere di 5-10 metri.

I ricercatori, inoltre, hanno provato a ricostruire anche la direzione del meteoroide con una tecnica chiamata Gravitational Ray Tracing. Si tratta di un nuovo metodo numeric, messa a punto nel 2018 dallo stesso primo autore che firma il paper di oggi, Jorge I. Zuluaga, dell’Istituto di Fisica dell’Università di Antiochia. Questo metodo consente di calcolare in maniera efficiente la probabilità dell’impatto dei meteoroidi sulla superficie di pianeti e altri oggetti celesti del Sistema Solare.

In questo caso non è stato possibile ricostruire l’orbita precisa. Tuttavia, conoscendo il tempo e il punto dell’impatto sulla Luna, gli autori sono riusciti a restringere il campo e individuare una possibile direzione da cui proveniva il meteoroide. Il corpo ha colpito il suolo lunare nel punto identificato con un angolo minore di 35,6° (gradi). Stando a questi dati, probabilmente proveniva da una direzione individuata dalla costellazione dello Scorpione.

Non un solo impatto sulla Luna

Bisogna premettere che il nostro satellite è continuamente colpito da meteoroidi di varie dimensioni, che si muovono anche a migliaia di chilometri all’ora. I meteoroidi sono diretti anche contro la Terra, ma qui, a differenza della Luna, quasi mai arrivano al suolo, dato che vengono completamente distrutti dall’atmosfera terrestre. Al contrario, sulla Luna, dove non c’è atmosfera questi meteoroidi colpiscono il terreno ad alta velocità. Nel 1997, per studiare questi impatti nasceva il progetto Midas (Moon Impacts Detection and Analysis System) grazie a tre osservatori astronomici in Spagna. Lo studio di questi crash lunari, come quello appena avvenuto, è importante anche per studiare il flusso di materia interplanetaria che può colpire la Terra.

Crediti

Viola Rita

Giornalista scientifica. Dopo la maturità classica e la laurea in Fisica, dal 2012 si occupa con grande interesse e a tempo pieno di divulgazione e comunicazione scientifica. A Galileo dal 2017, collabora con La Repubblica.it e Mente&Cervello. Nel 2012 ha vinto il premio giornalistico “Riccardo Tomassetti”.

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