In Italia potrebbero esserci altre Stamina

“Sono in corso accertamenti amministrativi che potrebbero evolvere in atti di polizia giudiziaria su altri casi di infusioni di cellule staminali al di fuori delle regole con gravi rischi per la salute. Potremmo avere a breve casi di Stamina 2, 3 o 4”: lo ha detto il comandante dei Nas, Cosimo Piccinno, durante la sua audizione alla commissione Igiene e Sanità del Senato che sta svolgendo l’indagine parlamentare sul caso Vannoni. Che in Italia ci siano centri che promettono di curare grazie alle cellule staminali lo conferma anche la senatrice Elena Cattaneo che, durante la seduta, ha sottolineato di ricevere diverse mail di pazienti che le chiedono consigli su fantomatiche cure. “L’ultima è di pochi giorni fa”, ha affermato Cattaneo. “Era di una ragazza di 22 anni che ha subito la perdita del nervo ottico a causa della meningite. A lei è stata proposta una infusione di cellule staminali giapponesi”. 

Durante la seduta è stato ascoltato anche Luca Pani, direttore generale dell’Aifa, che ha rivelato che “L’ufficio brevetti Usa pose molte note di cautela circa la superficialità e i rischi del metodo Stamina. Agli atti dell’ufficio Usa c’è un segnale di rischio sull’utilizzare tale metodo nella pratica clinica”. Pani ha poi confermato l’assenza di brevetto sul metodo. Pur utilizzando i protocolli delle domande di brevetto Stamina, poi, i ricercatori incaricati dall’Aifa non sono riusciti a produrre staminali. Si tratta di un dato che è ormai di dominio pubblico, perché più volte riportato dalla stampa e da chi quelle analisi le ha eseguite, ma ora viene messo agli atti anche davanti alla commissione d’inchiesta.

Piccinno ha poi rivelato che diversi parlamentari, alla vigilia del voto sul decreto Balduzzi che di fatto ha sdoganato il metodo Stamina, hanno ricevuto pesanti minacce da parte di gruppi di pazienti e genitori di malati. Minacce che sono state riferite alle autorità competenti. I senatori presenti all’audizione dei due esperti hanno chiesto loro di chiarire alcuni punti e in particolare: se è vero che il Ministero abbia mai inviato dei malati a Brescia presso gli Spedali Civili; quale sia la procedura che permette a un giudice del lavoro di autorizzare un trattamento che non ha fondamento scientifico sulla base di un certificato medico illegale, perché il trattamento con le cellule staminali non è autorizzato in Europa; quale sia il rischio per la salute pubblica dal proliferare di centri che infondono cellule staminali; di individuare le responsabilità, anche a livello dei singoli professionisti, per l’avvenuta somministrazione e autorizzazione da parte del comitato etico dell’ospedale. La commissione si riunirà nuovamente la prossima settimana.

Credits immagine:  snre/Flickr

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