Riflettori puntati sul Large Hadron Collider (Lhc), dove oggi, 30 marzo, si assisterà al primo tentativo di far collidere due fasci di particelle da 3,5 teraelettronVolt ciascuno (qui i webcast). Avrà così inizio il progetto di ricerca Alice sulle condizioni primordiali della materia, il cui scopo è di ricreare le condizioni come dovevano essere pochi istanti dopo il Big Bang, l’evento che si suppone abbia dato origine all’Universo.
L’acceleratore più grande del mondo, riattivato a novembre scorso dopo il guasto avvenuto a poche settimane dall’inaugurazione (vedi Galileo), sta facendo circolare i due fasci energetici in vista della collisione. “Anche solo far scontrate i due fasci energetici è estremamente complicato”, ha spiegato Steve Myers, direttore degli acceleratori del Cern: “È come lanciare due aghi nell’Oceano Atlantico e farli scontrare a metà strada”.
Una volta stabilizzate le condizioni per far collidere le particelle, un programma di ricerca che comprende quattro differenti esperimenti – Alice Atlas, Cms, Lhcb – andrà avanti senza interruzioni per 18-24 mesi con un unico stop tecnico alla fine del 2010. Alice si focalizzerà sullo studio delle collisioni dei nuclei pesanti generati nell’Lhc. In questo modo, si potrà studiare cosa accade alla materia quando viene riscaldata a temperature 100.000 volte superiori a quelle del centro del Sole. Infatti, in queste condizioni estreme è prevista la formazione di uno stato della materia che non esiste attualmente nell’Universo: il plasma di quark-gluoni. Lo studio delle collisioni dovrebbe a confermare l’ipotesi e consentire l’analisi delle caratteristiche di questo stato. (g.b.)
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