Nuovi indizi sulle cause della dislessia

Confondere le p e le b, oppure le d e le q. Sono queste alcune delle tante difficoltà che ogni giorno deve affrontare una persona con dislessia. Ma finora, sebbene ci siano numerosi studi e ipotesi sulla sua possibile origine, la comunità scientifica non ha ancora ben chiaro da cosa venga generato questo disturbo. Ma ora, secondo una coppia di scienziati francesi dell’università di Rennes una delle cause della dislessia potrebbe nascondersi in piccole cellule recettori della luce presenti nell’occhio umano. In altre parole, come spiegano i ricercatori sulle pagine di Proceedings of the Royal Society B, mentre nelle persone normali queste cellule sono disposte in modo asimmetrico, cosicchè i segnali inviati da un occhio possano essere ignorati dall’altro per creare una singola immagine nel cervello, in quelle dislessiche non è così: le cellule sono disposte ugualmente in entrambi gli occhi, in modo tale da produrre le cosiddette immagini specchio e confondere di conseguenza il cervello.

La dislessia non è propriamente una malattia, ma disturbo neurobiologico che si manifesta nelle parti del cervello destinate alla lettura, a fare i calcoli e all’apprendimento dell’ortografia. Circa 700 milioni di persone nel mondo soffrono di dislessia, vale a dire circa una su dieci della popolazione mondiale. Solamente in Italia le persone dislessiche sono 1.900.000, di cui 350mila vanno scuola. “Le nostre osservazioni ci portano a credere che abbiamo davvero trovato una causa potenziale della dislessia”, spiega a Afp il co-autore Guy Ropars. Il nuovo studio offre quindi un nuovo potenziale metodo di diagnosi “relativamente semplice”, analizzando semplicemente gli occhi di un soggetto. Inoltre, continua l’autore “abbiamo scoperto un ritardo (di circa 10 millesimi di secondo) tra l’immagine primaria e l’immagine speculare negli emisferi opposti del cervello.

Ciò ci ha permesso di sviluppare un modo per cancellare l’immagine speculare, che appunto confonde le persone dislessiche, utilizzando una lampada a Led”.

Ma facciamo un po’ di chiarezza. I segnali di un immagine vengono catturati grazie alle cellule dell’occhio, ovvero i bastoncelli e i coni. La maggior parte di questi ultimi si presentano nelle varianti rosse, verdi e blu e si trovano in un piccolo punto al centro della cornea dell’occhio, ovvero la fovea. Ma c’è anche un altro piccolo punto (circa 0,1-0,15 millimetri di diametro) in cui sono assenti i coni blu.

Nei loro esperimenti, Guy Ropars e Albert le Floch hanno notato una differenza tra la disposizione dei coni tra gli occhi di persone dislessiche e non dislessiche. Nelle persone normali, il punto senza coni blu in un occhio (quello dominante) è di forma rotonda, mentre nell’altro è di forma irregolare. Invece, nelle persone dislessiche, entrambi gli occhi hanno lo stesso punto di forma rotonda: vale a dire che nessun occhio è dominante. “La mancanza di asimmetria (dovuta appunto alla presenza di un occhio dominante e uno più debole) potrebbe essere la causa biologica e anatomica della disabilità nella lettura e nell’ortografia”, spiegano gli autori.

Infatti, le persone dislessiche compiono i cosiddetti errori specchio durante la lettura, per esempio confondendo le lettere b e d. Per provare a risolvere il problema, i due scienziati hanno usato una lampada a Led, che lampeggiava talmente veloce da risultare invisibile all’occhio, per riuscire così annullare una delle immagini nel cervello dei partecipanti, mentre facevano esercizi di lettura. All’inizio, i partecipanti hanno pensato che si trattasse di “una lampada magica”, ha concluso Ropars, ma saranno necessari ulteriori test per confermare se la loro tecnica possa funzionare realmente.

Via: Wired.it

Marta Musso

Laureata in Scienze Naturali alla Sapienza di Roma con una tesi in biologia marina, ha sempre avuto il pallino della scrittura. Curiosa e armata del suo bagaglio di conoscenze, si è lanciata nel mondo del giornalismo e della divulgazione scientifica. “In fin dei conti giocare con le parole è un po' come giocare con gli elementi chimici”.

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