Gli italiani messi ko dall’influenza australiana sono davvero tantissimi. Basta guardare l’ultimo aggiornamento del rapporto Influnet dell’Istituto superiore di sanità (Iss), relativo alla settimana dal 21 al 27 novembre 2022, da cui emerge quanto cresca sensibilmente il numero di casi di sindromi simil-influenzali, soprattutto tra i giovani. L’incidenza, infatti, è pari a 12,9 casi per mille assistiti, molti di più quindi della settimana precedente, quando i casi erano pari a 9,5. In particolare, sottolineano gli esperti, la gran parte delle infezioni è dovuta al sottotipo A(H3n2), uno dei principali responsabili della cosiddetta influenza australiana. Diffusa nei mesi scorsi proprio in Australia, secondo i report ufficiali di sorveglianza, la stagione influenzale ha raggiunto un picco di casi circa 3 volte superiore alla media di quel periodo e lo ha fatto circa due mesi prima della norma. Il picco nel nostro Paese, secondo le previsioni, sarà raggiunto a Natale. “Con l’influenza australiana sarà una bella stagione tosta”, conferma a Rai Radio 1 Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell’Ospedale Galeazzi di Milano.
Perché influenza e raffreddore colpiscono di più col freddo?
Come vi abbiamo raccontato qualche mese fa, l’influenza australiana si manifesta con i sintomi più tipici, quali stanchezza, brividi, dolore alle ossa e ai muscoli, febbre che compare bruscamente, tosse, mal di gola, raffreddore, congiuntivite e mal di testa. “L’influenza”, si legge su Epicentro dell’Iss, “è contraddistinta da un repentino manifestarsi di sintomi generali e respiratori, dopo un’incubazione in genere abbastanza breve (circa 1-2 giorni) e che durano solitamente per 3-4 giorni, potendo tuttavia prolungarsi per una/due settimane”. La maggior parte delle persone, infatti, guarisce entro una settimana senza che siano necessarie cure mediche e nei soggetti sani è raro che insorgano complicazioni. Particolare attenzione va riservata, quindi, a donne in gravidanza, bambini fra i 6 mesi e i 5 anni, anziani, pazienti con malattie croniche o sottoposti a terapie che indeboliscono il sistema immunitario, obesi gravi e personale sanitario.
Come specificano gli esperti dell’Iss, per curarla il miglior rimedio è il riposo a casa, stare al caldo e bere molta acqua per evitare la disidratazione. In caso di necessità, ossia per far scendere la febbre alta e per alleviare i dolori, si può ricorrere al paracetamolo o ibuprofene (niente antibiotici, che non funzionano contro i virus). Per prevenirla, invece, il modo migliore è, ovviamente, il vaccino. Oltre alla vaccinazione antinfluenzale, un recente rapporto della Commissione europea, dell’Oms e dell’Ecdc ricorda quanto sia importante anche il ruolo delle misure di protezione personale, dal lavaggio delle mani frequente, al distanziamento e all’uso delle mascherine, per la prevenzione dei virus respiratori, come appunto l’influenza e il coronavirus. “Non lo diremo mai abbastanza: i vaccini salvano vite”, si legge nel documento. “Continuiamo a esortare tutti a proteggersi adottando misure semplici ma efficaci. Solo preparandoci, rimanendo vigili e continuando a fare ciò che sappiamo funzionare saremo in grado di superare la sfida di questo inverno”.
Via: Wired.it
Credits immagine: Brittany Colette on Unsplash
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