Salute

Effetto nocebo: più effetti collaterali per chi ha paura dei vaccini

Nel 2019, ancora prima dell’inizio della pandemia da Covid-19, l’Organizzazione Mondiale per la Sanità (OMS) aveva individuato la vaccine hesitancy, o esitanza vaccinale – definita come “la riluttanza o il rifiuto di vaccinarsi nonostante la disponibilità dei vaccini” – come una delle dieci minacce globali alla salute pubblica. Come sappiamo, questo è diventato poi un tema di dibattito ancor più acceso durante gli ultimi due o tre anni. Un gruppo di scienziati della Ariel University, della Bar-Ilan University e della Haifa University in Israele, in collaborazione con un ricercatore della Warwick University nel Regno Unito, hanno sfruttato il grande numero di vaccinazioni contro il Covid-19 somministrate in questi anni per studiare la possibile correlazione tra vaccine hesitancy e la comparsa di effetti collaterali. I risultati, pubblicati il 5 Novembre su Scientific Reports e derivanti da analisi effettuate su 756 adulti residenti nello stato di Israele, hanno evidenziato che l’atteggiamento di esitazione rispetto al vaccino può in effetti presagire la comparsa di eventi avversi, probabilmente attribuibili a quello che viene definito “effetto nocebo.

Come è stato condotto lo studio

Il gruppo di ricercatori è partito formulando due ipotesi: che gli effetti collaterali sperimentati in seguito alla somministrazione di una dose precedente di vaccino preannunciano l’esitazione nei confronti di una dose successiva; o che fosse piuttosto la vaccine hesitancy a far presagisce la comparsa di effetti collaterali a seguito della vaccinazione.

Ai partecipanti allo studio è stato chiesto di indicare sesso, livello di educazione e stato civile. È stato inoltre chiesto loro di valutare la gravità degli effetti collaterali sperimentati a seguito di ogni vaccinazione tramite appositi test formulati in base alle indicazioni sugli effetti collaterali fornite dalla Food and Drug Administration (FDA) e dal Ministero della Salute israeliano. L’esitazione nei confronti del vaccino è stata anch’essa auto-valutata da ciascun partecipante attraverso un questionario costituito da otto parti che riportavano affermazioni come “Sono preoccupato per gli effetti collaterali negativi immediati del vaccino”, oppure “Il vaccino contro il Covid-19 potrebbe essere più pericoloso del Covid-19 stesso”, o a ancora “Il vaccino compromette il nostro sistema immunitario o ne provoca un sovraccarico”, e così via.

La “direzionalità”, ovvero quale variabile fra quelle definite nelle due ipotesi influenza l’altra, è stata estrapolata tramite un’analisi di tipo cross-lagged, che implica la ripetuta misurazione delle due o più variabili prese in considerazione in due o più momenti diversi durante lo studio. Gli autori precisano inoltre che sono stati analizzati solo i dati relativi a coloro che hanno ricevuto tutte e tre le dosi di vaccino, per un totale di 756 persone.

Fino al 16% degli effetti sono collegati alla vaccine hesitancy

I risultati di questa ricerca confermano solo la seconda delle due ipotesi formulate, ovvero che l’esitazione nei confronti della seconda dose di vaccino contro il Covid-19 presagisce la comparsa di effetti collaterali nocebo successivi alla vaccinazione di richiamo. In particolare, fino al 16% degli effetti collaterali della dose di richiamo sarebbero spiegati dalla vaccine hesitancy, con effetti più marcati nella componente maschile dei partecipanti allo studio, rispetto a quella femminile.

Gli stessi autori sottolineano i possibili limiti di questo studio, fra cui il fatto di aver selezionato un campione “omogeneo” in termini di età, tipo di vaccino ricevuto (BioNTech-Pfizer) e appartenenza culturale. Sarebbe quindi importante includere partecipanti giovani in studi futuri, oltre che persone di nazionalità diverse e che abbiano ricevuto tipi di vaccini diversi fra loro.

L’impatto dei messaggi pubblici

I ricercatori concludono riflettendo sul fatto che i messaggi pubblici riguardo al tema delle vaccinazioni sono più spesso rivolti alle persone non vaccinate, e hanno lo scopo di sottolineare che il vaccino è sicuro. “Tali messaggi di salute pubblica – afferma Yaakov Hoffman, primo autore della pubblicazione – possono essere meno adatti a coloro che hanno ricevuto una dose di vaccino e hanno scelto elettivamente di interrompere la vaccinazione. Solo negli Stati Uniti queste sono oltre 150 milioni di persone”. E conclude: “Soprattutto, poiché il Covid-19 può ancora essere una minaccia e i vaccini sono ancora a disposizione, la comunicazione sulla salute pubblica dovrebbe prendere in considerazione la questione che gli effetti collaterali comprendono una componente nocebo”.

Sara Carmignani

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