Influenza suina: monitoraggio 2.0

Il livello di allerta dell’Organizzazione mondiale della Sanità per l’influenza suina è passato da tre a cinque – su una scala in cui il livello massimo è sei – in soli tre giorni. Il che mostra inequivocabilmente che il virus H1N1 si sta diffondendo a livello globale, sebbene i numeri allarmanti sui casi certi riportati dai giornali all’inizio di questa settimana siano stati ridimensionati. Ma accanto alla rete di monitoraggio ufficiale, quella dell’Oms, ce ne sono altre basate sul Web 2.0, in cui sono gli utenti a comunicare al mondo, in tempo reale, se hanno sintomi influenzali o meno. Questa rete, complementare a quella dei servizi epidemiologici nazionali, da quest’anno è attiva anche in Italia (Influenza 2.0), parte del progetto europeo Epiwork. Da noi la piattaforma si chiama Influweb ed è coordinata da Alessandro Vespignani dell’Istituto per l’interscambio scientifico (Isi) di Torino. 

Il 27 aprile mattina, Influweb ha “chiuso” per la fine della stagione influenzale. E il 27 sera ha riaperto, insieme a tutte le altre piattaforme Epiwork esistenti (in Olanda, Belgio, Portogallo) per l’emergenza dell’influenza suina: per permettere, cioè, a chiunque di contribuire attivamente alla sorveglianza della situazione italiana sulla diffusione del virus H1N1.

Basta cliccare su Influweb per entrare nel database di sorveglianza del 2.0: il “volontario” può dire come si sente, o controllare come si sentono gli abitanti della sua città, persino quelli che hanno il suo stesso codice di avviamento postale.

Ovviamente si tratta di informazioni parziali, perché riguardano solo coloro che volontariamente segnalano le proprie condizioni di salute e quelle del loro nucleo familiare o abitativo. Però un monitoraggio di questo tipo può dimostrarsi importante: “Riusciamo a raggiungere le persone che normalmente non vanno dal dottore o in ospedale per i sintomi influenzali e che quindi sfuggono alla rete di sorveglianza nazionale”, racconta a Galileo Daniela Paolotti, project manager di Influweb. “In questo primo inverno abbiamo avuto una buona risposta: oltre duemila utenti, il 60 per cento dei quali ha comunicato in modo costante il proprio stato di salute durante tutta la stagione influenzale”. Ancora pochi, comunque, rispetto agli oltre 23mila utenti dei Paesi Bassi, motivo per cui non è attivo un canale diretto tra la piattaforma e l’Istituto superiore di sanità.

Il sistema prende nota dei sintomi, ma non può certo fornire una diagnosi in base alla compilazione di un questionario e discriminare tra influenza “canonica” e suina. “Questo tipo di monitoraggio è utile soprattutto per osservare in tempo reale l’insorgenza di un numero anomalo di casi al di fuori della stagione influenzale”, spiega la ricercatrice, “Lo scopo è quello di aumentare la sorveglianza per rilevare precocemente un outbreak”. L’importanza di questo tipo di raccolta di informazioni è dimostrata dal fatto che anche nel Regno Unito si sta cercando di mettere in piedi una piattaforma analoga, nel più breve tempo possibile (dovrebbe essere attiva nel giro di poche settimane). L’idea è anche quella di utilizzare i dati come complementari a quelli ufficiali per inserirli nelle simulazioni di diffusione del virus.

Un altro sistema di monitoraggio ufficioso, che si basa anche sul web partecipativo, è il servizio HealthMap di Google, realizzato con la collaborazione del Boston Children’s Hospital e dell’Università di Harvard (Epidemie nella Rete). I sistema raccoglie le informazioni  da più di 20mila siti diversi, compresi blog e social network come Twitter – su cui hanno feed anche l’Oms e il Center for Desease Control (Cdc), l’ente che ha il compito di dare l’ultimo responso sui casi sospetti. Un algoritmo elimina poi i dati ridondanti. Alla fine, sulla mappa di Google è possibile selezionare “Influenza suina” e vedere i numeri di casi per nazione e le fonti che riportano la notizia.

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