Salute

L’inquinamento è una pandemia: uccide più del fumo, delle guerre e dell’AIDS

Causa più morti di guerre, fumo e malattie quali la malaria e l’AIDS: si tratta dell’inquinamento, un vero e proprio killer silenzioso che in media accorcia di tre anni la vita di ciascun essere umano sul pianeta. Nel solo 2015, avrebbe causato 8,8 milioni di morti premature. Il fumo “solo” 7,2 milioni, l’AIDS 1 milione, le malattie trasportate da insetti come la malaria 600mila e la violenza, tra cui le guerre, 530mila. A lanciare l’allarme sono gli autori di uno studio pubblicato su Cardiovascular Research, convinti che l”inquinamento sia responsabile di una vera e propria pandemia.

Morti per inquinamento, le malattie che pesano di più

Gli scienziati hanno utilizzato un modello per stimare quanto l’inquinamento abbia pesato su tassi di morte e perdita di anni di vita, utilizzando tanto informazioni relative alle esposizioni agli inquinanti che dati quali densità di popolazione, regione, età e fattori di rischio per diverse malattie. In particolare, i ricercatori si sono concentrati sulle conseguenze dell’inquinamento su sei diverse categorie di patologie: infezioni respiratorie acute (come ad esempio la polmonite), broncopneumopatia cronica-ostruttiva, cancro ai polmoni, malattie cardiache, malattie cerebrovascolari e altri disturbi come pressione alta e diabete. Dai risultati ottenuti è emerso che le malattie cardiache e cerebrovascolari combinate sono responsabili per il maggior numero di morti imputabili all’inquinamento. Come si può immaginare, l’inquinamento colpisce di più le persone anziane (il 75% delle morti riguardano persone con più di 60 anni) e i bambini sotto i cinque anni di età in paesi a basso reddito.

Inquinamento naturale vs inquinamento umano

La ricerca si è anche concentrata sulle diverse cause dell’inquinamento, separando quello proveniente da cause naturali che non può essere evitato, come ad esempio la sabbia del deserto o il fumo degli incendi boschivi, con quello causato da attività umane. I risultati hanno rilevato che circa 2/3 delle morti premature sono causate dall’inquinamento umano, principalmente quello dovuto all’utilizzo di combustibili fossili. Si tratta di 5 milioni e mezzo di vite che potrebbero, potenzialmente, essere salvate ogni anno.

L’inquinamento come pandemia

Lo studio non si è fermato qui, e ha anche considerato gli effetti dell’inquinamento nelle diverse regioni del pianeta. La parte orientale dell’Asia ha la maggiore diminuzione dell’aspettativa di vita, in media 4 anni, mentre in Europa parliamo di 2,2 anni, e 1,4 in America. Smettere di usare combustibili fossili porterebbe ad un aumento medio dell’aspettativa di vita di circa 1 anno.

“L’impatto dell’inquinamento sulla salute pubblica è molto più grave del previsto, ed agisce a livello globale. I nostri risultati rivelano la presenza di una vera e propria pandemia,” ha dichiarato Thomas Munzel, autore principale dello studio. “I governi e la comunità medica dovrebbero prestare molta più attenzione a questi dati.”

Riferimenti: Cardiovascular Research

Credits immagine copertina: Holger Link on Unsplash

Claudia De Luca

Dopo la laurea triennale in Fisica e Astrofisica alla Sapienza capisce che la vita da ricercatrice non fa per lei e decide di frequentare il Master in Giornalismo e Comunicazione della Scienza all'Università di Ferrara, per imparare a conciliare il suo amore per la scienza e la sua passione per la scrittura.

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  • L'Italia è il paese europeo con l'atmosfera più inquinata. Erroneamente si attribuisce la causa al traffico dei veicoli nonostante che le centraline per l'analisi dell'inquinamento durante i frequenti blocchi della circolazione abbiano dimostrato che la qualità dell'aria non ne trae il minimo beneficio.
    La vera causa è l'APE, Attestato di Protezione Energetica degli edifici quasi la totalità in classe G in una scala da A a G. Significa che per riscaldare gli immobili in inverno o rafrescarli in estate si bruciano enormi quantità di combustibili fossili per la produzione di energia elettrica.

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