La ricerca ottica di frontiera parla italiano. In un articolo pubblicato su Nature, Marco Peccianti, Claudio Conti e Gaetano Assanto dell’unità Infm di Roma Tre, e Antonio De Luca e Cesare Umeton dell’unità della Calabria spiegano come sono riusciti a controllare con una tecnica innovativa i solitoni spaziali. Si tratta di un particolare tipo di filamenti di luce, insensibili al fenomeno della diffrazione e per questo interessanti per molte tecnologie ottiche. Le loro caratteristiche sono note da tempo e si è in grado di generarli con relativa facilità, ma non si era finora riusciti a utilizzarli in qualche applicazione. Infatti il loro indirizzamento risulta particolarmente difficoltoso e limitato a piccole deviazioni. Invece i ricercatori italiani sarebbero riusciti a indirizzare questi filamenti anche ad angoli di diversi gradi, realizzando una sorta di guida d’onda in grado di trasportare l’informazione ottica. In questo modo la nuova tecnologia potrebbe essere sfruttata nel campo delle reti ottiche e nelle applicazioni di ottica avanzata, come alcune tecniche biomedicali. In chirurgia ottica, per esempio, la scoperta potrebbe portare alla realizzazione di pinze ottiche per la manipolazione a distanza di particelle microscopiche o di singole molecole biologiche. (m.cap.)
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