Categorie: Società

Vincono fisica e biologia

Il premio Cartesio, il più importante riconoscimento europeo per la ricerca scientifica, è andato quest’anno alle ricerche sul teletrasporto quantistico e a quelle sul ruolo del Dna mitocondriale nell’invecchiamento. Due gruppi internazionali di ricerca si divideranno il milione di Euro messo in palio dalla Commissione Europea. I premi sono stati assegnati il 2 dicembre a Praga, scelta simbolicamente come sede della cerimonia per salutare il recente allargamento a est dell’Unione. Metà del premio, quella riservata alle scienze della vita, è andata al gruppo di ricerca MBAD (Mithocondrial Biogenesis, Ageing and Disease), guidato da Howy Jacobs, biologo scozzese trapiantato all’Università di Tampere, in Finlandia. Del gruppo fa parte anche un italiano, Massimo Zeviani dell’Istituto Nazionale Neurologico “Carlo Besta” di Milano, insieme a Nils Larsson del Karolinska Institut svedese, a Jan Holt del Medical Research Council (Regno Unito) e a Pierre Rustin del Institut National de la Santé et de la Recherche Médicale (Francia). I ricercatori guidati da Jacobs hanno studiato il Dna mitocondriale, o mtDna, quello presente nei piccoli organelli che forniscono energia alla cellula per tutti i suoi processi. A differenza di quello contenuto nel nucleo della cellula, questo Dna viene ereditato solo dalla madre, e fino a non molti anni fa era considerato poco interessante dal punto di vista medico.Ma Jacobs aveva dimostrato già all’inizio degli anni Novanta che mutazioni del mtDna sono legate a molte malattie, dalla sordità congenita a malformazioni muscolari. E che compaiono anche in malattie come l’encefalopatia, il morbo di Parkinson, l’epilessia, il diabete e diversi tumori. Ora il gruppo di Jacobs e Zeviani è arrivato a dimostrare, lavorando sui topi, che un alto numero di mutazioni del mtDna porta l’animale a mostrare tutti i segni tipici dell’invecchiamento molto prima di quanto accadrebbe normalmente. Insomma, sembra che in questo Dna a lungo ignorato dalla genetica medica si nascondano molti dei segreti dell’invecchiamento. L’altra metà del premio, quella per le scienze fisiche, è andata a un progetto di ricerca congiunto tra Europa e Stati Uniti, chiamato IST-QuComm. A capo del progetto il professor Anders Karlsson, del Kungl Tekniska Hogskolan in Svezia, coadiuvato da colleghi di Monaco, Vienna, Oxford, Cambridge, Ginevra, Bristol, Thales e Los Alamos. Qui i ricercatori hanno lavorato all’applicazione del fenomeno del teletrasporto quantistico alla sicurezza delle comunicazioni su Internet. Il teletrasporto quantistico è quella tecnica, sperimentata da anni in diversi laboratori di fisica sperimentale in diverse parti del mondo, tra cui quello di Francesco de Martini all’Università “La Sapienza” di Roma, per cui due o più particelle possono essere “intrecciate” in modo che, anche una volta separate da distanze considerevoli, se una delle due subisce una modificazione dall’esterno anche l’altra fa lo stesso. Questo permette appunto di teletrasportare informazioni, e permette di sviluppare sistemi di crittografia assolutamente sicuri perché chi “spia” una particella su un lato della comunicazione modifica inevitabilmente anche l’altra, rendendo il messaggio illeggibile. Nell’aprile di quest’anno, il gruppo Ist-QuComm è riuscito a realizzare una trasmissione di questo tipo utilizzando fotoni intrecciati su una distanza di sei chilometri , il che ha permesso alla Austrian Creditanstalt Bank di effettuare il primo trasferimento bancario autorizzato tramite la crittografia quantistica. Quest’anno, per la prima volta, il Premio Cartesio aveva anche una sezione dedicata alla comunicazione della scienza, che ha premiato i migliori progetti nel campo della comunicazione scritta e audiovisiva, e le attività di divulgazione svolte in prima persona dagli scienziati. I riconoscimenti sono andati a un documentario francese che ha esplorato lo “strano mondo degli insetti stecco” (Face à phasme di Vincent Lamy); a un’esposizione itinerante sui materiali compositi che ha toccato oltre 40 città in Belgio nel corso del 2002 (Composites-on-tour di Ignaas Verpoest); a Wolfgang Heckl, esperto di nanotecnologie dell’Università di Monaco divenuto un personaggio estremamente popolare in Germania per la sua abilità di comunicatore; e infine, quasi un Oscar alla carriera, al pioniere dei documentari naturalistici, il celebre Sir David Attenborough, tuttora attivissimo film-maker per la Bbc.

Nicola Nosengo

Scrittore e giornalista. Dopo essersi laureato in Scienze della Comunicazione all'Università di Siena ed aver frequentato il Master in Comunicazione della Scienza alla Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati di Trieste, si dedica al giornalismo scientifico, scrivendo articoli sulla tecnologia, sulle neuroscienze e sulla medicina. Pubblica nel 2003 il suo primo lavoro L'estinzione dei tecnosauri, in cui parla di tutte le tecnologie che non sono sopravvissute allo scorrere del tempo. Attualmente tiene una rubrica mensile sulla rivista Wired dedicata allo stesso tema.Tra il 2003 e il 2007 collabora con diverse redazioni come L'espresso, La Stampa, Le Scienze, oltre che aver partecipato alla realizzazione dell'Enciclopedia Treccani dei Ragazzi.Nel 2009 ha pubblicato, con Daniela Cipolloni, il suo secondo libro, Compagno Darwin, sulle interpretazioni politiche della teoria dell'evoluzione.

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