Categorie: Salute

Insulina da respirare

Basta iniezioni quotidiane per chi soffre di diabete.  Al 239esimo meeting dell’American Chemical Society i ricercatori dell’azienda farmaceutica statunitense MannKind Corporation hanno presentato l’insulina in polvere che può essere somministrata durante i pasti per semplice inalazione. I vantaggi sembrano essere molteplici: agisce più velocemente e risparmia al fisico fastidiosi effetti collaterali.

Si tratta di un’insulina prodotta artificialmente con la tecnica del Dna ricombinante (che permette di unire frammenti di Dna di organismi diversi). La medicina sfrutta la cosiddetta Technosphere®technology, una tecnologia brevettata dalla MannKind Corporation che permette di veicolare medicine nell’organismo sotto forma di polvere. Il sistema si basa sulla capacità di alcune molecole (Fdkp) di auto-assemblarsi in particelle più grandi, sulle quali viene “caricata” la medicina in questione. Le particelle sono quindi essiccate e ridotte in polvere. “Usando un dispositivo piccolo come un pollice”, ha spiegato Leone-Bay, uno dei ricercatori che hanno lavorato al farmaco, “i pazienti inalano una piccola quantità della medicina, equivalente circa a un pizzico di sale. La polvere inalata viene subito assorbita dai polmoni e disciolta nel flusso sanguigno. Il tutto avviene molto rapidamente, e ciò permette alla medicina di fare effetto più velocemente rispetto alla consuete terapie per iniezione”.  

Secondo i ricercatori, la medicina possiede anche altri vantaggi: abbassa il rischio di entrare in ipo-glicemia (un eccessivo abbassamento dei livelli di zucchero nel sangue) in seguito all’assunzione di insulina dopo i pasti, riduce l’aumento di peso causato dalla terapia e presenta una modalità di assunzione facile, veloce e discreta.

In attesa del via libera dalla Food and Drug Administration per la commercializzazione del nuovo medicinale, la MannKind Corporation sta sperimentando altri utilizzi della sua Technosphere®technology. Allo studio ci sono medicine in polvere per combattere l’obesità, l’osteoporosi e il dolore. Si tratta di medicine che, se somministrate per via orale, verrebbero distrutte nello stomaco, senza sortire alcuna efficacia. (m.s.)

Riferimenti: American Chemical Society

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