Internet per ricordare

Un tuffo nella rete per recuperare la memoria. Con questa proposta il portale “alternativo” Url (http://www.url.it) e la storica emittente milanese Radio popolare (http://www.radiopopolare.it) hanno lanciato il MuVi (http://www.url.it/muvi): il Museo Virtuale della memoria collettiva. Il progetto, limitato alla sola Lombardia, raccoglie, conserva e diffonde attraverso la rete i testi inediti, le immagini sbiadite e le registrazioni audio d’annata che molti tengono abbandonate nei cassetti.

Il sito si articola in quattro sezioni (le mostre, le storie, le sale e la bacheca), oltre a un’ampia scheda illustrativa del progetto. La pagina delle mostre è per ora la più ricca e accattivante: quattro piccole collezioni fotografiche, corredate da alcune chiare didascalie, illustrano la storia, la vita, l’architettura, il paesaggio nella Lombardia di ieri. La sezione delle storie raccoglie i migliori aneddoti forniti dai navigatori e soprattutto dagli ascoltatori di Radio Popolare. Le sale, ancora in fase di avviamento, offrono un comodo database per la ricerca delle immagini preferite, potendo selezionare il luogo, il tempo e l’argomento desiderato. Nella bacheca si trovano infine uno spazio per i links interessanti e altre curiosità.

Il MuVi è un esempio di compenetrazione tra mass-media: il risultato di una sinergia forte fra radio e Internet, che rende i navigatori e gli ascoltatori protagonisti della costruzione del museo. La grossa collaborazione tra i due media ha infatti scatenato una vera e propria corsa al ricordo. “Con il MuVi riusciamo a sfruttare il meglio della rete e il meglio della radio: la memoria della prima, il calore della seconda”, afferma Matteo Merzagora di Radio Popolare. Se infatti un sito Internet è lo strumento migliore per raccogliere e diffondere dati, la radio è il mezzo privilegiato per suscitare emozioni e tirare fuori i ricordi quasi dimenticati. “Le persone che chiamano in radio per raccontarsi hanno un tono particolare : quello di chi va oltre le semplici parole, di chi lascia una testimonianza che non andrà persa” racconta Federico Pedrocchi , coordinatore di Url. “Non più l’intervento di chi vuol dire la sua a tutti i costi, né quello di chi chiama in radio tanto per passare il tempo: con questo tipo di interazione radio-rete”, conclude Pedrocchi, “il progetto MuVi ha creato vera partecipazione”. Il MuVi è appena all’inizio, e sembra promettere bene. I suoi organizzatori non escludono in futuro di estendere l’iniziativa ad altre regioni d’Italia: per dar vita al primo “network della memoria”.

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