“Io lo risolvo così”

Rivoluzione nel campo della fisica. O forse no. L’ultimo numero di Foundations of Physics ospiterà un articolo che indaga il concetto di tempo tanto nella visione classica quanto in quella quantistica, arrivando persino a mettere in discussione le teorie cosmologiche del noto fisico Stephen Hawking. Ad accrescere la curiosità intorno all’articolo è poi la biografia dell’autore: Peter Lynds, questo il suo nome, è un ventisettenne neozelandese, non laureato e che avrebbe trascorso solo sei mesi nelle aule universitarie prima di diventare assistente in una scuola di telecomunicazioni. Ritenuto da alcuni un novello Einstein, da altri uno scaltro dilettante, Lynds ha già diviso la comunità scientifica in merito alla decisione di pubblicare o meno il suo articolo controverso. Il cui approccio radicale ha consentito al giovane neozelandese di giungere a una personale soluzione del famoso Paradosso di Achille e la Tartaruga, formulato da Zenone circa 2.500 anni fa. Il punto di partenza del lavoro di Lynds è il rifiuto della suddivisione del tempo in istanti temporali ben distinti. Il moto di un corpo non sarebbe quindi congelato in precisi istanti di tempo ma avverrebbe con continuità all’interno di (seppur piccolissimi) intervalli temporali di durata finita. Appare quindi chiaro come tali teorie, in contrasto con quanto universalmente ritenuto dalla scienza ufficiale, siano state accolte con freddezza da molti scienziati ai quali l’autore ha sottomesso il suo lavoro. La sua perseveranza e l’interesse manifestato da alcuni illustri membri della comunità scientifica hanno comunque alla fine consentito la pubblicazione delle sue audaci teorie. (m.cap.)

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