Perché gli italiani pedalano troppo poco

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(Foto via Pixabay)

Andare in bici allunga la vita, aiuta l’ambiente e fa risparmiare. Ma gli italiani che usano le due ruote sono ancora pochi: appena il 3,3% della popolazione. Lo rivela il 14° Rapporto ISFORT sulla mobilità, presentato lo scorso aprile. Secondo cui il mezzo di locomozione a pedali non è ancora abbastanza forte per competere con l’automobile, che continua invece la sua corsa nel monopolizzare le scelte degli italiani. I numeri sono inequivocabili: 38 milioni di autovetture circolanti sul suolo nazionale, mezzo preferito dal 65,3 per cento degli italiani, che la scelgono per due spostamenti su tre. Un comportamento che non accenna a invertire la rotta, se è vero che la tendenza a preferire l’auto ad altri mezzi di trasporto è cresciuta di quasi 8 punti negli ultimi 15 anni. Nemmeno la crisi economica, che avrebbe potuto incentivare l’uso di mezzi meno costosi, è riuscita di fatto ad intaccare il monopolio delle quattro ruote, tanto che il numero delle auto in circolazione è in ulteriore crescita del 2,4% nell’ultimo triennio. E così l’Italia si è conquistata il primato di uno dei Paesi più motorizzati in Europa, seconda solo al Lussemburgo.

Eppure, nonostante questo indiscusso dominio, qualcosa incomincia a cambiare. Sta crescendo in maniera significativa la sensibilità verso la mobilità sostenibile, tant’è che il 28,9% degli italiani, intervistati dall’Osservatorio Audimob, ha dichiarato che sarebbe disposto ad utilizzare la bicicletta al posto dell’auto. Perché allora la mobilità sostenibile stenta a decollare? “Ciclisti, pedoni e trasporto pubblico crescono dove andare in auto diventa l’opzione meno concorrenziale e dove c’è garanzia di sicurezza per la cosiddetta utenza vulnerabile”, spiega Alberto Fiorillo, responsabile aree urbane Legambiente durante la presentazione dell’A BI CI, il 1° Rapporto sull’Economia della Bici in Italia e sulla Ciclabilità nelle città, realizzato da Legambiente in collaborazione con VeloLove e Grab+.

Il rapporto mostra come, sebbene le piste ciclabili siano aumentate negli ultimi sette anni di circa il 50 per cento (da 2.823,8 a 4.169,9 km), non sia di pari passo cresciuta la ciclabilità, che resta ferma agli stessi livelli del 2008. “Per città sempre più bike friendly – continua Fiorillo – è fondamentale agire sugli spazi urbani pianificando un nuovo tipo di mobilità che metta al centro le esigenze di spostamento della persona e non del veicolo”. In altre parole – come ha sottolineato il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio, intervenuto alla presentazione del rapporto – non basta dire che si disegnano delle strisce per terra per rendere ciclabile una città, occorre avere un’idea complessiva; dentro la città c’è una gerarchia che va completamente invertita: priorità a pedoni e ciclisti e gli altri in secondo piano. Non più quindi solo piste ciclabili ma un ripensamento complessivo della mobilità urbana ed extraurbana alternativa all’automobile. È necessario ragionare su un territorio “allargato” nel quale poter combinare tra loro differenti modi di muoversi, i cui confini vanno disegnati in una nuova logica di mobilità sostenibile.

Un esempio di questa strategia è il progetto “Ciclovie turistiche nazionali”, 1.500 km ciclabili che attraverseranno otto Regioni e il Comune di Roma. “Due anni fa non c’era nulla, oggi ci sono 10 progetti di ciclovie nazionali finanziate”, continua Delrio, “è una operazione culturale importante: le ciclovie nazionali hanno pari dignità rispetto alle altre infrastrutture, come autostrade e alta velocità”. Si tratta delle ciclovie Ven-to (da Venezia a Torino), del Sole (da Verona a Firenze), Grab (Grande raccordo anulare delle Bici), Acquedotto pugliese (da Caposele a Santa Maria di Leuca), del Garda, Trieste-Venezia, Sarda, Magna Grecia (Basilicata, Calabria, Sicilia), Tirrenica, Adriatica. Le prime quattro sono previste nella Legge di Stabilità 2016, le altre nella manovra 2017, la chiusura dei lavori è fissata per il 2018.

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In attesa delle ciclovie, ci si può consolare con le 12 italiane città più bike friendly: Bolzano e Pesaro, dove un abitante su tre usa la bici per raggiungere il luogo di lavoro, Ferrara, Ravenna, Reggio Emilia, Treviso con percentuali di abitanti tra il 22% e il 27% che preferiscono pedalare piuttosto che mettersi al volante, Cremona, Forlì, Novara, Padova, Pisa e Rimini dove almeno il 15% della popolazione utilizza ogni giorno la bici per i propri spostamenti.

Articolo prodotto in collaborazione con il Master in Giornalismo e comunicazione istituzionale della scienza dell’Università di Ferrara

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